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Gas, tetto massimo al prezzo: cosa significa e come funziona

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

Che cosa significa fissare un tetto massimo al prezzo del gas? Con le quotazioni della materia prima salite alle stelle, il Consiglio dei Ministri è pronto ad adottare misure straordinarie: ecco come funzionerebbe il tetto massimo al prezzo del gas.

Gas, tetto massimo al prezzo: cosa significa e come funziona

In un periodo storico in cui il prezzo del gas è salito oltre i 200 euro al MWh (una cifra che supera di oltre 10 volte il suo valore storico), il Governo italiano e la Commissione europea iniziano a pensare alla fissazione di un tetto massimo al prezzo della materia prima.

Non è bastato stilare un piano di riduzione dell’utilizzo del gas a livello europeo, e nemmeno introdurre gas gratis, sconti e riduzioni regionali sulla materia prima: le famiglie e soprattutto le imprese si trovano in difficoltà a pagare le bollette. Il tetto massimo al prezzo del gas, quindi, potrebbe aiutare a ridurre i costi di acquisto, stoccaggio e fornitura.

Ma che cosa significa fissare un tetto massimo al prezzo del gas? E quale potrebbe essere il costo che si intende porre a livello europeo e italiano?

Ecco come funziona la misura alla quale guarda il premier Mario Draghi e tutta la Commissione europea.

Gas, tetto massimo al prezzo: cosa significa e quanto è

La fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas non è altro che la definizione di un costo al di sopra del quale la materia prima non può e non deve salire, pena l’impossibilità di acquistarla da parte di quel fornitore.

Inizialmente si pensava di introdurre un prezzo massimo solo verso le forniture russe del gas: in tal modo, però, si rischiava di andare incontro a un taglio definitivo delle stesse da parte della potenza europea (Europa alla canna del gas?).

Per tale motivo, il tetto massimo al prezzo del gas sarà valido per tutti i fornitori di questa materia prima.

Dopo aver sfondato un costo superiore a 300 euro per MWh, la Commissione europea ha iniziato a ipotizzare dei valori al di sopra dei quali gli operatori non comprerebbero la materia prima. Il tetto massimo al quale si ipotizza in questo periodo sarebbe pari a 90 euro al MWh, oppure al massimo 100 euro al MWh.

Gas, tetto massimo al prezzo: chi è favorevole e chi è contrario

Ma chi sono i Paesi che sono favorevoli alla fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas e chi invece è contrario? In un periodo in cui i rincari sono all’ordine del giorno, tutti gli Stati europei sono alla ricerca di soluzioni che possano calmierare i costi delle materie prime per le famiglie e le imprese.

Il tetto massimo al prezzo del gas sarebbe una misura necessaria per Pd, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Terzo Polo. Anche la Lega è a grandi linee favorevole a questa soluzione. Tuttavia, per poter dare piena attuazione al tetto massimo, occorre l’approvazione di Bruxelles. Ad oggi anche la Germania si è allineata a questa opzione.

Spagna e Portogallo, invece, hanno già introdotto un tetto massimo al gas a causa del riconoscimento dell’”eccezione iberica”: il costo è fissato a 40 euro al MWh per i primi sei mesi, per poi salire a 50 euro al MWh e fino a un massimo di 70 euro al MWh.

Gas, il piano per la riduzione dei consumi

E mentre si attende il via libera di Bruxelles alla fissazione del tetto massimo al prezzo del gas, in Italia si iniziano a pensare a dei piani per la riduzione dei consumi in vista dell’autunno e dell’inverno.

Qualcuno ha ipotizzato un ritorno al lavoro agile per combattere i rincari e a una riduzione dell’orario di lavoro in ufficio e dell’orario scolastico, ma sullo smart working cambiano le regole dal 1° settembre.

Si ipotizza poi un’accensione dei termosifoni posticipata di 15 giorni, con la possibile fissazione di una temperatura massima da tenere nelle case. In altri Stati europei, invece, le insegne pubblicitarie luminose e le vetrine dei negozi resteranno spente nel corso della notte.