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Borsa e vino: le azioni italiane su cui puntare

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

Per il settore vitivinicolo è giunto il tempo del raccolto. Le premesse non sono buonissime ma solo a posteriori si potrà dire se, quella del 2023, sarà stata o meno una vendemmia positiva. Ragionando da investitori, sorge spontanea una domanda: quali sono le azioni italiane su cui puntare se si vuole investire nel mercato del vino e degli alcolici?

Borsa e vino: le azioni italiane su cui puntare

Borsa e vino: lo scenario generale 

Il tempo della vendemmia è giunto e, il settore vitivinicolo si prepara a vivere una stagione che si presenta comunque complessa

Le stime per la vendemmia del 2023, infatti, causa condizioni climatiche avverse e i danni causati dalla peronospera, non sono particolarmente positive. Anzi. 

Si prevede un raccolto in calo e quindi una produzione inferiore rispetto agli anni passati.

Probabilmente, nel 2023, l’Italia verrà superata dalla Francia per quanto riguarda i volumi prodotti. 

Dall’altro lato, occorre evidenziare come, alcune regioni della nostra Penisola, siano contraddistinte da elevate giacenze di invenduto, ovvero bottiglie che non sono state smaltite dal mercato. 

Anche perché, stante la crisi economica e la riduzione dei consumi provocata dall’elevato livello di inflazione raggiunta, le esportazioni hanno subito contrazioni più o meno importanti (a seconda del Paese di destinazione). 

Con queste premesse, come approcciare il mercato del vino ponendosi dal punto di osservazione di un investitore? 

Investire nel vino: acquistare bottiglie o azioni? 

Sappiamo ormai bene che, determinati vini (pregiati e presenti in quantità limitate) possono rivelarsi ottimi strumenti di diversificazione del portafoglio. 

Siamo ormai anche a conoscenza del fatto che, non solo i vini francesi (specie quelli della Borgogna) generano ottime performance sul mercato, ma anche diverse bottiglie di eccellenze vitivinicole italiane sono ambite e richiestissime sul mercato

Se è possibile investire nel vino acquistando direttamente le bottiglie di vini pregiati, lo si può anche fare tramite alcune società, del settore, quotate alla borsa di Milano. 

Mettiamo subito le cose in chiaro: non è che ci siano tante possibilità, al momento, per porre in essere questo tipo di strategia; però, alcune opzioni esistono e possono rivelarsi particolarmente interessanti per il risparmiatore. 

Acquistando azioni delle società presenti sul listino domestico, si bypassa, sin dall’origine anche la possibile problematica relativa allo stoccaggio delle bottiglie (problematica, comunque, da tenere in considerazione in quanto le modalità di conservazione devono essere perfette affinché il vino possa apprezzarsi). 

Borsa e vino: le azioni da monitorare 

Attualmente, a Piazza Affari, sono poche le società che possono essere attenzionate al fine di valutare un investimento in una ottica di medio/lungo periodo

Quelle da tenere sotto la lente d'ingrandimento sono Masi Agricola, IWB (Italian Wine Brands) e Compagnia dei Caraibi.

Masi Agricola, rappresentante di prestigio di un vino pregiato quale l’Amarone della Valpolicella, è quotata in borsa da ormai otto anni. Il prezzo di collocamento fu pari a 4,60 euro e, dopo aver raggiunto un massimo di 5,80 circa un anno fa, quota oggi poco al di sotto del prezzo di assegnazione. 

Altro titolo da tenere sottocchio è Italian Wine Brands, società che è molto attiva nell’esportazione di vini italiani di pregio all’estero. Anche in questo caso, la società risulta quotata già da diversi anni. Negli ultimi dodici mesi, la performance del titolo risulta negativa con una contrazione intorno al 25%. 

Dal collocamento, invece, il titolo ha fatto parecchia strada. 

La terza azienda è la Compagnia dei Caraibi, che vanta un range di operatività e distribuzione più variegato, esteso anche a prodotti alcolici di altra natura, oltre al vino. Quotata da circa due anni sul listino milanese, quota poco al di sopra del prezzo di collocamento.