Israele e Hamas raggiungono l’accordo per il cessate il fuoco, svolta diplomatica firmata Trump

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Dopo mesi di negoziati falliti, il governo israeliano approva l’intesa mediata da Washington: in arrivo una tregua a Gaza e la liberazione dei prigionieri palestinesi in cambio del rilascio degli ostaggi

Israele e Hamas raggiungono l’accordo per il cessate il fuoco, svolta diplomatica firmata Trump
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Accordo Israele-Hamas: via libera al cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, svolta diplomatica firmata Trump

Dopo mesi di negoziati falliti, il governo israeliano ha approvato un accordo mediato dall’amministrazione Trump per la liberazione degli ostaggi ancora detenuti da Hamas e l’avvio di un cessate il fuoco a Gaza, segnando una svolta diplomatica di grande portata. L’intesa, annunciata mercoledì dalla Casa Bianca, rappresenta il primo concreto passo verso la chiusura della ferita aperta dagli attacchi del 7 ottobre 2023, e apre la strada a un possibile processo di stabilizzazione della regione dopo due anni di guerra che hanno lasciato decine di migliaia di vittime e un’enclave devastata.


I punti chiave dell’accordo

L’intesa prevede una pausa significativa nelle ostilità, la prima dal marzo scorso, con l’obiettivo di creare le condizioni per un negoziato più ampio che porti al disarmo di Hamas e alla formazione di un governo civile ad interim per la Striscia di Gaza.

Tra le clausole principali:

  • Rilascio di tutti gli ostaggi ancora vivi detenuti da Hamas — circa 20 persone, su un totale di 48 — previsto per lunedì o martedì, secondo quanto dichiarato da Trump.

  • Restituzione successiva dei corpi degli ostaggi deceduti, operazione per la quale Hamas ha chiesto almeno 10 giorni.

  • Liberazione da parte di Israele di circa 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui 250 detenuti in Israele e 1.700 arrestati a Gaza durante il conflitto. Il gruppo palestinese ha chiesto che nell’elenco compaiano anche figure di rilievo, come Marwan Barghouti, leader simbolico della seconda Intifada.

  • Ritiro dell’esercito israeliano da circa il 70% del territorio di Gaza, con la definizione delle linee di confine ancora in corso. Hamas e Israele devono concordare la demarcazione esatta delle aree di sgombero.

  • Riapertura del valico di Rafah con l’Egitto, per consentire l’ingresso di aiuti umanitari e il passaggio controllato di civili.

A sostegno del cessate il fuoco, circa 200 militari statunitensi sono arrivati in Israele come parte di una forza internazionale di stabilizzazione, guidata dal Comando Centrale USA (CENTCOM). Il contingente, che opererà in coordinamento con Egitto, Qatar, Turchia e Emirati Arabi Uniti, avrà il compito di monitorare l’attuazione della tregua, facilitare la transizione verso un’amministrazione civile e garantire il flusso di aiuti umanitari verso la popolazione gazawi.


Reazioni in Israele e a Gaza

Il primo ministro Benjamin Netanyahu, pur sotto la pressione dell’ala più oltranzista della sua coalizione, ha accolto l’accordo definendolo «un successo diplomatico e una vittoria morale per Israele». L’annuncio ha scatenato un’ondata di entusiasmo a Tel Aviv, dove migliaia di persone si sono riunite nella Hostage Square per celebrare l’intesa. Per la prima volta dopo mesi, il clima è apparso festoso: famiglie, soldati e cittadini comuni hanno sventolato bandiere israeliane e americane, accompagnando la notte con canti e tamburi.

«Finalmente possiamo respirare», ha dichiarato Merav Geva Grumer, un’attrice di 39 anni il cui marito serve nell’esercito israeliano.

Anche a Gaza, la popolazione ha accolto la notizia con speranza. Molti civili, stremati da fame, bombardamenti e sfollamenti continui, hanno espresso il desiderio che Hamas accetti definitivamente i termini dell’accordo per porre fine alla guerra.


Prossime tappe e incognite

Nei prossimi giorni, i mediatori egiziani e qatarioti lavoreranno per definire i dettagli tecnici del ritiro israeliano e l’elenco definitivo dei prigionieri palestinesi da liberare. Restano da chiarire anche le linee di demarcazione del ritiro militare e i meccanismi di verifica del cessate il fuoco.

Per Trump, che ha definito l’accordo «un passo storico verso la pace», si tratta di un successo politico e simbolico: l’ex presidente ha dichiarato di voler visitare la regione a breve. Tuttavia, gli osservatori avvertono che la vera sfida inizierà dopo la tregua — quando dovranno emergere le basi per una soluzione politica stabile, che garantisca sicurezza a Israele e un futuro sostenibile a Gaza.