Italia: guida al voto economico per le prossime elezioni (2)
pubblicato:Dopo l’energia si passa al fisco, le ricette dei partiti sono diverse, ma per tutti il tema delle tasse è fondamentale e si intreccia con le strategie sul lavoro e sul sociale

Conto alla rovescia per il ritorno degli Italiani alle urne domenica 25 settembre. Rischio geopolitico, rischio recessione, esplosione dell’inflazione minacciano le prospettive immediate del Bel Paese che dovrà affrontare un inverno a rischio razionamento.
Le imprese e i cittadini tremano già e molte attività economiche sono allo stremo, per chiunque salga a Palazzo Chigi non sarà un lavoro facile insomma. Anche per questo, dopo un focus sulle varie proposte politiche per la questione energetica, è importante affrontare i diversi programmi fiscali degli aspiranti governanti.
Prima di procedere all’analisi delle proposte è utile ricordare che l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani ha confrontato le proposte del Pd e dei partiti del centrodestra e sottolineato che mancano in entrambi i casi coperture adeguate, c’è dunque il rischio concreto di una crescita del debito pubblico.
Solo in rari casi - ha aggiunto l’Osservatorio - sono indicati i costi delle misure proposte, quindi non sono presenti vincoli di bilancio. E se è chiaro che sul fronte fiscale il nuovo governo dovrà tenere unito il Paese chiamato a una prova molto difficile, è altrettanto chiaro che il supporto dell’Europa ed eventualmente della Banca centrale europea saranno condizionati dal mantenimento dell’equilibrio nei conti pubblici italiani.
Fisco: dall’Irpef al reddito di cittadinanza, dalla patrimoniale alla flat tax
La politica fiscale è sempre una delle leve principali della politica, ma per l’Italia, alle prese con un debito pubblico di oltre 2.770 miliardi di euro che vale circa il 150% del Prodotto Interno Lordo, è anche una questione esistenziale. La sfida è scongiurare l’esplosione delle tensioni sociali in un Paese sempre più diviso, ottenere le risorse del Next Generation EU e insieme promuovere le iniziative promesse in campagna elettorale. Le ricette sono diverse, eccone una breve rassegna.
Il Centrodestra
L’accordo quadro del centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati) ribadisce l’intenzione di ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese, boccia ogni forma di patrimoniale, sostiene “pace fiscale” e “saldo e stralcio”, con nuove politiche di assunzione sul principio “chi più assume, meno paga”. Bandiera dell’alleanza è la flat tax, che andrebbe estesa alle partite IVA fino a 100 mila euro di fatturato, con aliquota fissa sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti e la prospettiva di un ampliamento a famiglie e imprese.
Semplificazione degli adempimenti e razionalizzazione del sistema tributario le direzioni da seguire con l’attivazione di un “conto unico fiscale” che consenta l’immediata compensazione dei crediti e debiti verso la Pubblica Amministrazione. Nel programma anche onere della prova fiscale a carico dello Stato, riforma della giustizia tributaria e “superamento dell’eccesso di attivismo sanzionatorio”.
La flat tax sul reddito incrementale sembra riconducibile in particolare a Fdi che la esprime anche nel proprio programma di partito e prevede - ha dichiarato il responsabile economico di FdI Maurizio Leo - un’aliquota fissa al 15% per tutti i redditi aggiuntivi rispetto all’anno precedente. In termini di Irpef significherebbe che chi guadagna quest’anno 32 mila euro e l’anno prossimo ne guadagnerà 34 mila, pagherà sui 32 mila euro le aliquote Irpef attuali, ma sarà tassato al 15% sui 2 mila euro in più.
I dettagli della flat tax rimangono comunque incerti: la Lega ha proposto un'aliquota al 15%, Forza Italia una al 23% La leader di FdI Giorgia Meloni ha però frenato sulla tenuta dei conti pubblici. Secondo le stime di diversi economisti i costi della flat tax potrebbero raggiungere dai 58 agli 80 miliardi di euro.
Il quadro programmatico fiscale del centrodestra resterebbe incompleto senza i sostegni alla famiglia e alla natalità con l’aumento dell’assegno unico e universale, la riduzione dell’IVA su prodotti e servizi per l’infanzia e una spesa pubblica per l’infanzia e la famiglia allineata alla media UE. Il centrodestra ribadisce l’intenzione di utilizzare pienamente le risorse del PNRR, ma ne propone una revisione in funzione delle mutate condizioni.
Il PD
Agli antipodi sul fisco il Pd. Attuazione del principio costituzionale della progressività fiscale con taglio del cuneo, una mensilità in più a fine anno e nuovi strumenti digitali per il contrasto dell’evasione. Il Pd valuta almeno due opzioni a sostegno delle piccole imprese e dei professionisti contro la pressione inflattiva: “un’opzione di autoliquidazione mensile delle imposte per partite IVA, autonomi e liberi professionisti e professioniste in alternativa al sistema saldo-acconto e l’estensione della detrazione IRPEF del 50% a tutte le tipologie di start-up per le persone fisiche under 35.
Proponiamo anche la proroga del contratto di espansione, per aiutare la riorganizzazione delle imprese in crisi con oltre 50 dipendenti”.
Bocciata la flat tax come un vantaggio ai redditi più alti con risorse sottratte al welfare, il Pd punta alla riduzione del carico Irpef a partire dai redditi medi e bassi, a una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, con una trasformazione di quelle sociali, come le sanitarie e le scolastiche, in contributi diretti.
Asse del nuovo progetto fiscale una l’introduzione progressiva di una franchigia da € 1.000 sui contributi INPS a carico dei lavoratori dipendenti e assimilati, finanziandola anche con le risorse del contrasto all’evasione. Il Pd è per un superamento graduale dell’IRAP e una rimodulazione dell’IRES con premialità basate su criteri ESG.
M5S
M5S punta alla totale cancellazione dell’IRAP e appoggia una premialità fiscale su criteri ambientali e una specifica per il SUD. Il partito guidato da Giuseppe Conte conferma l’impegno per la riduzione del cuneo fiscale e rivendica la partecipazione agli ultimi alleggerimenti fiscali sull’IRPEF e sull’IRAP. Contro il rincaro delle materie prime proposta per le aziende una sospensione delle rate dei finanziamenti bancari con garanzie del Fondo centrale di garanzia delle PMI.
Confermati i sostegni al Superbonus edilizio, si aggiunge al progetto il cashback fiscale, un accredito diretto su conto corrente di tutti i crediti fiscali. Prevista anche un’estensione dell’IVA per cassa “per consentire a tutti i contribuenti soggetti passivi di imposta di posticipare il versamento dell’Iva dal momento di effettuazione dell’operazione a quello di incasso del corrispettivo”.
Sul fronte della “pace fiscale”, M5S propone una rottamazione quater delle cartelle e un maxipiano di ratezione di tutti i debiti iscritti a ruolo oltre a un “Habeas Data in materia tributaria”, ossia una trasparenza digitale per il singolo contribuente su tutti i suoi dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate. In materia della tassazione finanziaria proposta una “Raider Tax” che premierebbe con una minore tassazione coloro che detengono un titolo per un periodo più lungo.
Proposto anche l’ampliamento della no-tax universitaria e il rafforzamento delle risorse per le borse di studio universitarie. Tassa soltanto giornaliera per gli ambulanti, detassazione della parte accessoria della retribuzione del personale sanitario non medico e tassazione supplementare sugli extraprofitti dei colossi energetici per contrastare la povertà energetica aggiungono altri tasselli al variegato quadro programmatico fiscale pentastellato.
Sono previste infine misure di sostegno per le famiglie con alleggerimenti fiscali ad hoc, una revisione dell’assegno unico per tutelare maggiormente le famiglie numerose e incentivare il lavoro femminile e altri vantaggi fiscali sui prodotti per l’infanzia e la terza età, con detrazioni sull’assunzione di colf, badanti e baby sitter. Modifiche in favore delle famiglie numerose e delle persone con disabilità sul fronte del reddito di cittadinanza il cui impianto viene confermato, ma integrato con progetti di formazione e, a determinate condizioni, con l’allargamento a cittadini extracomunitari e ai lavoratori stagionali.
Azione
Molto diversa la posizione di Azione-Italia Viva-Calenda, cartello di due partiti da sempre critici del reddito di cittadinanza, che però non si spingono nel programma a chiederne direttamente l’eliminazione. Al riguardo piuttosto chiedono l’eliminazione dopo il primo rifiuto e la riduzione dopo due anni e suggeriscono misure alternative per il lavoro su più fronti. L’accento di Azione sul fisco si pone soprattutto sull’efficienza e la riduzione del cuneo fiscale tramite un’opera sistemica.
Si partirebbe dall’Irpef, con la conferma di un minimo esente, l’unificazione delle detrazioni dal lavoro autonomo e dipendente, lo spostamento di tutte le spese fiscali in un sistema a rimborso diretto, la semplificazione delle aliquote, una detassazione completa per i giovani fino a 25 anni e al 50% fino a 29 anni, la creazione di una “tassazione negativa” con l’integrazione statale di reddito per i cittadini con reddito inferiore al minimo esente.
Da evidenziare anche l’ipotesi di una detassazione straordinaria solo per il 2022 di una extra mensilità fino a 2.200 euro che le imprese potranno decidere di erogare ai dipendenti a difesa del potere d’acquisto dall’inflazione. Azione con Italia Viva punta all’abolizione dell’Irap anche per le società, dopo la cancellazione per le persone fisiche. Per quanto riguarda l’IRES, proposta l’uniformazione di bilancio fiscale e civilistico, detassazione completa degli utili trattenuti in azienda, aliquote dimezzate per 5 anni in caso di fusioni tra imprese ed estensione della procedura di predeterminazione del carico d’imposta.
Si propone infine sull’IVA un sistema a due aliquote (ordinaria e ridotta) con un contestuale riordino di beni e servizi (anche quelli ad aliquota zero) e una riduzione della fiscalità sugli investimenti (risparmi) oltre a uno scivolo di due anni per gli autonomi che escono dal forfettario superando la soglia dei 65 mila euro di fatturato. Incentivi anche per il welfare aziendale (sui fringe benefit) e interventi sulla giustizia tributaria integrano il programma fiscale.
Verdi e Sinistra
Anche l’Alleanza Verdi e Sinistra chiede interventi di carattere sistemico in favore della transizione ecologica. Obiettivo primario sul fronte tributario è la giustizia fiscale, da ottenere con legalità e progressività e bocciando le proposte di autonomia differenziata. L’Alleanza chiede l’unificazione di tutte le fonti di reddito sotto un medesimo sistema di imposizione fiscale progressiva che redistribuisca il carico fiscale in favore dei redditi più bassi.
L’Alleanza propone l’abolizione dell’IMU e dell’imposta di bollo sugli investimenti, ma intende sostituire l’attuale sistema con una imposta patrimoniale personale unica e progressiva che gravi su tutti i beni mobili e immobili di qualsiasi natura per intercettare i patrimoni superiori ai 5 milioni di euro con un’imposta progressiva fino al 2% oltre i 50 milioni.
Proposta anche una soglia più alta, fino a 12 mila euro, per la quota di reddito esente da imposte, con un’aliquota mobile alla tedesca fino al 65% per i redditi superiori ai 10 milioni di euro. La tassazione minima delle imprese al 15% decisa dal G7 andrebbe raddoppiata e servirebbe un maggiore contrasto dei paradisi fiscali. L’Alleanza sostiene inoltre una linea dura sulla tassazione degli extraprofitti delle compagnie energetiche. Importante anche favorire fiscalmente l’accesso all’università.