Microsoft vale più di Apple a Wall Street

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Dopo un anno brillante il colosso di Redmond supera quello di Cupertino. L'AI trascina la capitalizzazione, mentre l'iPhone fa fatica. Ecco che succede

Microsoft vale più di Apple a Wall Street

Microsoft passa in vantaggio su Apple nella gara per la maggiore capitalizzazione della borsa di Wall Street.

È successo venerdì scorso con il colosso di Redmond che ha battuto di misura Cupertino, raggiungendo una capitalizzazione di Borsa superiore a quella della società degli iPhone per la prima volta dal 2021.

Microsoft vs. Apple: capitalizzazioni stellari

Microsoft ha infatti chiuso la seduta con una capitalizzazione di mercato di 2,887 trilioni di dollari contro i 2,875 trilioni di dollari di Apple.
Per entrambe la società significa una valutazione complessiva di mercato superiore al Pil dell’Italia.
Per la società fondata da Bill Gates è il record di valorizzazione di tutti i tempi.

Utile dare un'occhiata ai multipli.

Oggi Microsoft vale a Wall Street circa 37,62 volte gli utili ordinari degli ultimi 12 mesi. La sua capitalizzazione è pari a 13,2 volte le sue vendite.

Apple è valorizzata dal mercato 30,33 volte gli utili ordinari degli ultimi 12 mesi e 7,54 volte le sue vendite.

Microsoft vs. Apple, cosa ha mosso i titoli

Le performance di Microsoft hanno guadagnato terreno su quelle di Apple negli ultimi mesi: mentre infatti vacillava la domanda di iPhone, Microsoft consolidava il suo posizionamento strategico sull’intelligenza artificiale con legami sempre più stretti e palesi con OpenAI, la società di ChatGPT.

Apple, la situazione a inizio anno

Nei tre mesi al 31 dicembre 2022 Apple ha registrato vendite da 117,15 miliardi di dollari, nel trimestre al 30 settembre 2023 erano scese a 89,49 miliardi di dollari. Nel mezzo il raffreddamento globale dell’elettronica al consumo nel dopo-Covid, il rallentamento delle vendite di iPhone - in particolare anche in Cina - mentre non si alleviava la pressione dai concorrenti, compresa una rediviva Huawei.

Apple ha registrato nell’esercizio al 30 settembre 2023 vendite nette per oltre 383 miliardi di dollari, di queste oltre 200 miliardi venivano dagli iPhone, seguiti a distanza dai servizi e dal resto.

La Cina è il terzo mercato della società di Cupertino, dopo Stati Uniti ed Europa, e l’anno scorso, secondo alcune stime recenti di Jefferies, Apple avrebbe ridotto le spedizioni di iPhone verso la Repubblica Popolare del 3%, limando le proprie quote di mercato.

Il 2024 si sarebbe però aperto con una vera e propria debacle, con un crollo delle spedizioni di iPhone in Cina del 30% nella prima settimana dell’anno, nonostante i rarissimi sconti a due cifre offerti dalla casa americana nel Paese (anche il 16% su iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max).

Pesa la concorrenza del Mate 60 di Huawei che rimette in campo la concorrente nella fascia premium e pesa anche la perdurante guerra commerciale tra Washington e Beijing, che sul lato cinese si è tradotto in continue pressioni per l’abbandono dell’iPhone da parte dei dipendenti pubblici.

Passa quindi in secondo piano la montagna di cassa della mela di Cupertino, circa 162 miliardi di dollari secondo le dichiarazioni del management di novembre.

A breve però - il prossimo 2 febbraio 2024 – Apple metterà sul mercato il nuovo visore Apple Vision Pro, con preordini in avvio dal 19 gennaio. Sarà l’occasione per il CEO del gruppo Tim Cook di ridare lustro al brand, ma non potrà però essere un game-changer: l’economia e la domanda globale rallentano e il prezzo del nuovo visore corrisponde a circa 3.200 euro.

Microsoft, la situazione a inizio anno

Su un’altra corsia si muove invece Microsoft. La concorrenza industriale con Apple fa parte della storia tecnologica ed economica del Ventesimo secolo, ma chiaramente si aggiorna alle ultime trovate. Così la società guidata dal CEO Satya Nadella ha puntato parecchi miliardi di dollari sullo sviluppo di OpenAI e poi l’ha integrata con forza nella propria offerta.

Ne è conseguito un impulso enorme per le tecnologie in cloud del gruppo, fino al punto di rilanciare quella che sembrava una battaglia annosa e persa, quella con il motore di ricerca di Google. Da mesi gli osservatori sottolineano che con le ultime tecnologie dell’intelligenza artificiale Microsoft potrebbe finalmente superare la concorrente Google.

Come per Nvidia e Amazon, la scommessa sull’AI sembra aver pagato molto bene, ma Redmond sa anche che il rischio di una bolla nel settore dopo il rally dell’anno scorso c’è.

Il rilancio di Microsoft è passato da quello generale del settore software, dal cloud (che è qualcosa di più dell’AI) e dall’acquisizione del gigante dei videogiochi Activision Blizzard completata lo scorso ottobre.

Nell’ultimo anno hanno guadagnato molto in Borsa sia Apple (+48%), che Microsoft (+57%), come noto una pattuglia di titoli tecnologici statunitensi ha trascinato al rialzo tutta Wall Street, ma Microsoft è stata tre le più brillanti è ha guadagnato circa mille miliardi di dollari di capitalizzazione.

Adesso che l’Ai promette radicarsi profondamente le brillanti prospettive non si offuscano. I copilot dotati di intelligenza artificiale di Office sono un esempio molto tangibile per i consumatori, gli investimenti delle imprese nelle nuove potenzialità dell’AI ingolosiscono tutto il settore business.

Non bisogna però pensare che sia soltanto l’AI il motore della crescita di Microsoft. Nel trimestre al 30 settembre scorso, il primo trimestre di Microsoft, la società ha registrato ricavi da 56,5 miliardi di dollari in crescita del 13%. Essenziale l’apporto della divisione Cloud con 31,8 miliardi di dollari di ricavi, in crescita del 24%. In questo contesto l’Intelligent Cloud ha mostrato un balzo del 19% a 24,26 miliardi di dollari di ricavi. Dentro ci sono Azure, SQL, Windows Server, Visual Studio, Nuance, GitHub e si servizi alle imprese. Molto di più dell’intelligenza artificiale di OpenAI.