OVS, ecco il perché del rally del titolo
pubblicato:Dati in crescita nei sei mesi, anche grazie a Goldenpoint, ma sono soprattutto il balzo dell'utile e le prospettive per la seconda metà dell'esercizio che incoraggiano gli acquisti

“I risultati del primo semestre 2025 sono i migliori di sempre”. Quando si comincia così non stupisce che poi il titolo OVS inneschi a Piazza Affari un rally con un +7,27% dei corsi a 4,398 euro dopo un massimo a 4,43 euro su livelli che non vedeva dal 2018, un’altra epoca. Restando un attimo sul quadro grafico non si può trascurare il segnale forte che oggi giunge dal superamento delle resistenze di area 4,18 euro che avevano arginato tutti gli spunti rialzisti dalla fine di agosto a oggi.
Anche i volumi confermano il segnale rialzista: oltre 1,36 milioni di pezzi passati di mano contro una media giornaliera dell’ultimo mese sui 420 mila pezzi. Va poi notato che i prezzi, dopo un lap up in avvio, hanno superato il lato superiore del canale rialzista sostenuto dagli ormai lontani minimi del 22 ottobre 2023 a 1,6 euro. L’aperitivo di questo nuovo allungo era ad agosto il superamento delle resistenze di area 3,81 euro (top di inizio giugno), il piatto forte sembra proprio lo strappo rialzista che oggi accompagna la pubblicazione dei dati del primo semestre che si è concluso – specifichiamo – il 31 luglio 2025. Ecco i suoi numeri.
OVS, i ricavi incoraggiati anche da Goldenpoint
Il gruppo OVS nei sei mesi ha aumentato del 4% i ricavi portandoli a 793 milioni di euro. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Stefano Beraldo sottolinea ancora il successo dell’offerta rivolta al pubblico femminile. Sono state introdotte da questo semestre le collezioni Les Copains, storico marchio bolognese appartenuto alla famiglia Zambelli e rilevato per 1,4 milioni di euro nel 2022.
Bene le insegne, OVS supera per performance Upim (che però aveva fatto molto bene nel 2024). Essenziale è stato però l’apporto di Goldenpoint, consolidata dall’inizio di luglio, ha contribuito con 15 milioni di euro alle vendite.
Se si considera che le vendite sono passate dai 761,7 milioni della prima metà dell’esercizio 2024 a 792,9 milioni di euro al 31 luglio 2025 (le rettifiche non influenzano da questo punto di vista), si comprende che la metà di quella crescita viene da Goldenpoint (senza il quale la crescita pro-forma si fermerebbe al 2,2%), che merita quindi un piccolo approfondimento. L’acquisizione del 100% di Goldenpoint è recentissima, gli effetti contabili sono scattati dal 1° luglio di quest’anno.
È però ben più di un anno che OVS lavora sulla casa dell’underwear, ossia dell’intimo. L’accordo di investimento in Goldenpoint, OVS l’aveva infatti già firmato il 16 luglio 2024, quando per 3 milioni di euro aveva comprato il 3% della società da Gilfin Srl e sottoscritto un prestito obbligazionario convertibile che già prevedeva il graduale raggiungimento del 100% del capitale. I risultati sono stati evidentemente in linea con le attese e dalla previsione di un primo balzo 51% questo luglio e poi della successiva acquisizione del resto del capitale, si è passati direttamente al consolidamento integrale dal luglio 2025 come anticipato già in occasione della prima trimestrale di OVS lo scorso 12 giugno.
OVS, ma il vero pezzo forte sono i margini e le prospettive
Goldenpoint aiuta molto anche sul fronte dei margini, essendo attiva in un settore a maggiore redditività. La marginalità di OVS si avvantaggia comunque in maniera importante anche dei minori costi di acquisto della collezione primavera-estate 2025 e delle migliori performance dei negozi diretti rispetto ai franchising. Hanno contribuito anche i tre grandi negozi Upim aperti nelle ultime settimane a Lecce, Merano e Biella.
Al riguardo va ricordato che Goldenpoint ha una rete di 380 negozi in Italia, già a giugno 10 erano stati ristrutturati nel nuovo format ed erano stati aperti 22 negozi in franchising. Già prima dell’acquisizione il gruppo OVS contava più di 2.200 punti vendita nel mondo.
A fine luglio 2025 comunque le vendite dei negozi diretti (quelle che qualcuno chiama DOS-Direct Operated Sales) erano di 645,6 milioni con una crescita pro-forma del 3,1% (la differenza sono le vendite di Goldenpoint) contro un canale franchising con vendite per 147,2 milioni (-1,3%).
Comunque è l’EBITDA, utile prime di interessi, tasse e ammortamenti che manda il primo segnale forte di questo conto economico trimestrale: l’ebitda rettificato – che non tiene conto dei leasing e dell’impatto dello standard IFRS16 – balza del 14,27% a 101,7 milioni di euro. Se si considerano gli impatti IFRS16 (soprattutto quelli che erano i costi per godimento terzi da circa 100 milioni di euro in entrambi i periodi e solo in misura molto minore le altre rettifiche), si passa a un EBITDA reported che cresce dell’8,85% a 196,7 milioni di euro.
È la bottom line del conto economico però quella che sicuramente in queste ore alimenta gli acquisti sul titolo: un balzo dell’utile netto rettificato del 31,8% a 45,6 milioni di euro. Sicuramente un risultato importante che vale il 5,75% delle vendite nette.
Per completezza d’informazione, va osservato che l’utile reported passa invece da 2,84 a 2,07 milioni di euro nel periodo (-24,42%).
L’indebitamento finanziario netto di OVS a fine luglio è di 293,6 milioni di euro senza l’IFRS16 (circa 30 milioni in più di un anno prima, +11,6%), con il criterio contabile sale a 1,427 miliardi di euro (+147, mln, +11,49%).
Il patrimonio netto del gruppo rettificato è di 959,9 milioni di euro, con 88,1 milioni di IFRS 16 salirebbe a 871,8 milioni. Il rapporto di indebitamento (debt/equity) è quindi di 0,32x senza l’IFRS16 e 1,64 con i leasing.
Il multiplo su cui però OVS si concentra è il leverage, calcolato quindi come rapporto tra l’indebitamento rettificato (in crescita appunto di una trentina di milioni a 293,6 mln) e l’ebitda degli ultimi 12 mesi, ossia 208 milioni di euro: viene 1,41x di leverage, assolutamente sostenibile e in crescita impercettibile sull’1,42x del 31 luglio 2024.
Se si considerasse il debito IFRS 16 si avrebbe un leverage TTM di 6,86x.
Ma anche in questo caso forse i conti da fare sono altri, per esempio il fatto che il balzo di quasi il 32% degli utili ha compresso il P/E degli ultimi 12 mesi, anche ai prezzi di queste ore che scontano il rally in corso, a 10,43x, decisamente più interessante (ancor di più se si considera che al 16 settembre c'è il 4,29% di azioni proprie in portafoglio).
Ci sono poi le prospettive. OVS ha annunciato che il secondo semestre del suo esercizio è cominciato molto bene con agosto che ha visto una crescita a doppia cifra dei ricavi e anche settembre che promette bene. Un altro segnale che sicuramente il mercato apprezza.