Cambia il meccanismo della rivalutazione biennale delle pensioni: la Manovra 2023 prevede sei fasce di rivalutazione con aumenti fino al 120% sui trattamenti minimi, progressivamente ridotti per gli assegni medio-alti. Ecco le novità: chi ci guadagna e chi ci perde.
Avevamo già parlato della rivalutazione delle pensioni fino al 7,3% - come previsto dal decreto firmato dal ministro Giorgetti - ma la Manovra 2023 ha cambiato le carte in tavola.
Cambiano gli aumenti sulle pensioni dal 1° gennaio 2023 e la rivalutazione diventa una beffa per chi percepisce un assegno medio-alto.
Basti pensare che, mentre le pensioni minime aumentano fino a 570 euro nel 2023 e fino a 580 euro nel 2024 (con aumenti al 120%), i trattamenti di 4 volte superiori al minimo subiscono dei tagli.
Ecco quali sono le sei nuove fasce di rivalutazione delle pensioni e di quanto aumenta veramente l'assegno a partire dal 1° gennaio 2023.
Qualcuno sorride di fronte ai contenuti della Legge di Bilancio 2023, mentre molti altri pensionati si preoccupano per i tagli in arrivo sugli assegni. Il nuovo meccanismo a 6 fasce di rivalutazione penalizza gli assegni medio-alti.
In effetti, mentre la rivalutazione dei trattamenti minimi sarà portata al 120%, fino a 570 euro al mese, i trattamenti superiori potrebbero arrivare a perdere fino a 1.200 euro. Perché?
Tutto dipende dal nuovo meccanismo di rivalutazione biennale, che si basa su sei fasce (anziché le tre precedenti):
Rivalutazione (%) | Importo assegno |
---|---|
120% | pensioni minime |
100% | assegni fino a 2.100 euro |
80% | assegni fino a 2.625 euro |
55% | assegni tra 2.626 e 3.150 euro |
50% | assegni tra 3.151 e 4.200 euro |
40% | assegni tra 4.201 e 5.250 euro |
35% | assegni oltre 5.251 euro |
Il Governo, quindi, ha deciso di modificare l'attuale meccanismo di perequazione delle pensioni - basato su sole tre fasce (al 100%, al 75% e al 50%) - per il prossimo biennio, in modo da favorire gli assegni più bassi e tagliare quelli più alti.
Che cosa cambia quindi sulla rivalutazione di quanto aumenta la pensione dal 1° gennaio 2023?
Di fatto, per gli assegni fino a 2.100 euro non cambia nulla: questi ultimi, infatti, saranno rivalutati al 100%, ovvero con l'applicazione del 7,3% (provvisorio) in più sugli importi.
Le pensioni minime, in via eccezionale, potranno godere di un aumento extra per i prossimi due anni: 1,5% nel 2023 e 2,7% nel 2024. Gli importi passeranno dagli attuali 525 euro a 570 euro nel 2023, e fino a 580 euro nel 2024.
Per gli importi superiori a 4 o 5 volte il trattamento minimo, invece, la rivalutazione sarà all'80%, ovvero al 5,84%; mentre per i trattamenti superiori a oltre 10 volte il minimo potranno godere di una perequazione di appena il 2,56%.
Facciamo un semplice esempio: per chi percepisce una pensione di 2.000 euro al mese, l'aumento dal 1° gennaio 2023 sarà pari a 100 euro (netti) in più; mentre chi percepisce un assegno da 3.000 euro al mese otterrà un aumento netto di 74 euro.
La Manovra 2023 introduce anche diverse novità per quanto riguarda le finestre di uscita dal mondo del lavoro: sono stati confermati per un altro anno i pensionamenti anticipati con Ape Social per i lavori usuranti, e Opzione Donna con limite di età in base al numero de figli.
Il Governo ha poi optato per Quota 103, ovvero un pensionamento a 62 anni di età ma con almeno 41 anni di contributi versati.
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