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Pensioni, cambiano gli aumenti: ecco le 6 fasce di rivalutazione della Manovra 2023

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

Cambia il meccanismo della rivalutazione biennale delle pensioni: la Manovra 2023 prevede sei fasce di rivalutazione con aumenti fino al 120% sui trattamenti minimi, progressivamente ridotti per gli assegni medio-alti. Ecco le novità: chi ci guadagna e chi ci perde.

Pensioni, cambiano gli aumenti: ecco le 6 fasce di rivalutazione della Manovra 2023

Avevamo già parlato della rivalutazione delle pensioni fino al 7,3% - come previsto dal decreto firmato dal ministro Giorgetti - ma la Manovra 2023 ha cambiato le carte in tavola.

Cambiano gli aumenti sulle pensioni dal 1° gennaio 2023 e la rivalutazione diventa una beffa per chi percepisce un assegno medio-alto.

Basti pensare che, mentre le pensioni minime aumentano fino a 570 euro nel 2023 e fino a 580 euro nel 2024 (con aumenti al 120%), i trattamenti di 4 volte superiori al minimo subiscono dei tagli.

Ecco quali sono le sei nuove fasce di rivalutazione delle pensioni e di quanto aumenta veramente l'assegno a partire dal 1° gennaio 2023.

Pensioni, beffa sugli aumenti: ecco la 6 fasce di rivalutazione

Qualcuno sorride di fronte ai contenuti della Legge di Bilancio 2023, mentre molti altri pensionati si preoccupano per i tagli in arrivo sugli assegni. Il nuovo meccanismo a 6 fasce di rivalutazione penalizza gli assegni medio-alti.

In effetti, mentre la rivalutazione dei trattamenti minimi sarà portata al 120%, fino a 570 euro al mese, i trattamenti superiori potrebbero arrivare a perdere fino a 1.200 euro. Perché?

Tutto dipende dal nuovo meccanismo di rivalutazione biennale, che si basa su sei fasce (anziché le tre precedenti):

Rivalutazione (%)

Importo assegno

120%

pensioni minime

100%

assegni fino a 2.100 euro

80%

assegni fino a 2.625 euro

55%

assegni tra 2.626 e 3.150 euro

50%

assegni tra 3.151 e 4.200 euro

40%

assegni tra 4.201 e 5.250 euro

35%

assegni oltre 5.251 euro

Il Governo, quindi, ha deciso di modificare l'attuale meccanismo di perequazione delle pensioni - basato su sole tre fasce (al 100%, al 75% e al 50%) - per il prossimo biennio, in modo da favorire gli assegni più bassi e tagliare quelli più alti.

Pensioni, quali sono gli aumenti reali sull'assegno

Che cosa cambia quindi sulla rivalutazione di quanto aumenta la pensione dal 1° gennaio 2023?

Di fatto, per gli assegni fino a 2.100 euro non cambia nulla: questi ultimi, infatti, saranno rivalutati al 100%, ovvero con l'applicazione del 7,3% (provvisorio) in più sugli importi.

Le pensioni minime, in via eccezionale, potranno godere di un aumento extra per i prossimi due anni: 1,5% nel 2023 e 2,7% nel 2024. Gli importi passeranno dagli attuali 525 euro a 570 euro nel 2023, e fino a 580 euro nel 2024.

Per gli importi superiori a 4 o 5 volte il trattamento minimo, invece, la rivalutazione sarà all'80%, ovvero al 5,84%; mentre per i trattamenti superiori a oltre 10 volte il minimo potranno godere di una perequazione di appena il 2,56%.

Facciamo un semplice esempio: per chi percepisce una pensione di 2.000 euro al mese, l'aumento dal 1° gennaio 2023 sarà pari a 100 euro (netti) in più; mentre chi percepisce un assegno da 3.000 euro al mese otterrà un aumento netto di 74 euro.

Pensioni, le nuove finestre di uscita dal 1° gennaio 2023

La Manovra 2023 introduce anche diverse novità per quanto riguarda le finestre di uscita dal mondo del lavoro: sono stati confermati per un altro anno i pensionamenti anticipati con Ape Social per i lavori usuranti, e Opzione Donna con limite di età in base al numero de figli.

Il Governo ha poi optato per Quota 103, ovvero un pensionamento a 62 anni di età ma con almeno 41 anni di contributi versati.

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