Petrolio giù su rischi crescita economica e eccesso offerta
pubblicato:Greggio sui minimi da maggio, pesano l'ipotesi di guerra commerciale USA-CINA e le stime IEA su surplus offerta

Commodity che sale, commodity che scende. Va così sui mercati delle materie prime, con l'oro che sembra senza freni - di prima mattina ha fatto segnare l'ennesimo record a 4180 dollari/oncia - mentre il petrolio scivola e tocca i minimi da maggio. I future dicembre segnano per il Brent 61,80 $/barile, per il WTI 57,70 $/barile.
Il metallo giallo beneficia della prospettiva di taglio dei tassi di interesse USA e del persistere delle tensioni internazionali: nel fine settimana, a fronte del rilassamento in Medio Oriente, è arrivata la nuova stoccata di Trump alla Cina sul fronte dazi.
La guerra commerciale USA-Cina compromette le prospettive di crescita
Per quanto riguarda il petrolio, l'attuale debolezza è riconducibile a due fattori principali. Il primo richiama direttamente l'ultima intemerata del funambolico presidente americano: minacciando dazi addizionali del 100% sulle importazioni dalla Cina a partire dal 1° novembre in risposta ai controlli sulle esportazioni di terre rare decisi da Pechino, Trump pone una spessa cappa sulle prospettive di crescita dell'economia mondiale e sulla domanda di fonti di energia come il petrolio.
Secondo l'IEA offerta in crescita e domanda debole
L'altro elemento è rappresentato dal report mensile della IEA, International Energy Agency, di Parigi. Nello stesso si legge che l'offerta globale di greggio nel 2025 sarà superiore alle attese e che il surplus potrebbe espandersi al 2026 in quanto i Paesi dell'OPEC+ e anche altri produttori incrementeranno l'offerta, a fronte di una domanda tutt'altro che rigogliosa.
Nello specifico, l'IEA stima per quest'anno un aumento dell'offerta di 3 milioni di barili al giorno contro i 2,7 previsti in precedenza, e un incremento di ulteriori 2,4 nel 2026. Queste dinamiche domanda-offerta hanno come conseguenza un calo dei prezzi.