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Petrolio in caduta libera: quali i motivi del sell-off?

di Edoardo Lopez pubblicato:
2 min

Una partenza d'anno a dir poco disastrosa per il petrolio che in sole due sedute ha annullato il rialzo del 2022. Che sta succedendo?

Petrolio in caduta libera: quali i motivi del sell-off?

Il 2023 è partito in maniera a dir poco disastrosa per il petrolio che in sole due sedute è stato bersagliato da una pioggia di vendite.

Lunedì scorso il mercato dell'oro nero è rimasto chiuso per la festività negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Petrolio in caduta libera a inizio 2023

Il rientro agli scambi martedì è avvenuto con un forte ribasso di poco più del 4%, ma è andata ancora peggio ieri.

Il Wti, infatti, ha terminato le contrattazioni a 72,84 dollari, con affondo di ben il 5,3%.

In sole due sedute l'oro nero ha perso più di quanto guadagnato nel 2022, visto che lo scorso anno è stato archiviato con un rialzo di quasi otto punti percentuali.

Petrolio: impatto minimo da price cap petrolio russo

Diversi i motivi che hanno scatenato il violento sell-off sul petrolio, a partire dalle prospettive molto incerte sul fronte macro.

Secondo gli esperti di Oanda, ciò dovrebbe far sì che le quotazioni dell'oro nero restino molto volatili nel breve.

Gli analisti fanno notare che fino a questo momento il tetto dei prezzi imposto dai Paesi del G7 al gas russo ha avuto un impatto minimo, analogamente alla risposta della Russia.

Petrolio: sell-off per timori su economia globale

A mandare a fondo le quotazioni dell'oro nero sono state intanto le preoccupazioni relativamente alle prospettive dell'economia globale e in particolare alla situazione della Cina.

Con riferimento al primo aspetto, segnaliamo che il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha dichiarato che nel corso del 2023 un terzo dell'economia mondiale è destinato a scivolare in recessione.

Tanto basta per alimentare i timori sulla domanda di petrolio che, in previsione di uno scenario economico sempre più cupo, potrebbe accusare un duro colpo.

Una contrazione della domanda si tradurrebbe inevitabilmente in una discesa dei prezzi, anche senza arrivare necessariamente agli eccessi visti nella primavera del 2020 in seguito allo scoppio della pandemia.

Petrolio: si teme per situazione in Cina

L'affondo del petrolio, come anticipato poc'anzi, è da ricondurre anche ad un'altra matrice che ha origine dalla Cina.

Come evidenziato dagli strategist di MPS Capital Services, se da una parte gli operatori probabilmente stanno iniziando a prezzare sempre più la possibilità di una recessione, dall'altra guardano con molta apprensione agli sviluppi della situazione in Cina.

Il Covid-19 sta pesando e non poco sul Paese asiatico che stenta quindi a ripartire, con conseguenze negative sulla domanda di petrolio, essendo la Cina il principale consumatore al mondo di questa materia prima.

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