Petrolio su, offerta potrebbe diminuire
pubblicato:Sanzioni USA e UE contro Russia in arrivo, parte del greggio potrebbe sparire dal mercato

Petrolio in recupero a inizio ottava: i future settembre segnano per il Brent 71,00 $/barile, per il WTI 67,70 $/barile, entrambi sui massimi dal 23 giugno, ovvero dalla correzione successiva al balzo osservato in occasione della guerra dei 12 giorni portata da Israele e USA contro l'Iran (vennero raggiunti i massimi da gennaio, rispettivamente a 81,40 e 75,98).
A sostenere le quotazioni c'é l'ipotesi di nuove sanzioni americane nei confronti della Russia. Trump nei giorni scorsi non ha nascosto la sua irritazione verso Putin, reo di non avere intenzione di fermare l'offensiva in Ucraina. Il presidente USA aveva garantito - e molti gli avevano creduto - che con lui alla Casa Bianca i conflitti più sensibili, ovvero Israele-Gaza e Russia-Ucraina, sarebbero cessati nel giro di poche ore.
Tutti in attesa delle parole di Trump
L'immersione nella realtà è evidentemente stata particolarmente traumatica: nella scorsa settimana sono salite le chance di un'iniziativa bipartisan del Congresso USA per l'approvazione di sanzioni contro Mosca per forzare il Cremlino a sedersi - con buone intenzioni - al tavolo delle trattative. Manca però l'ok di Trump che però ha annunciato per oggi una importante presa di posizione sul tema. Vedremo. Intanto però il mercato si porta, come di consueto, avanti ipotizzando che le misure potrebbero andare a colpire il petrolio russo e quindi determinare una riduzione dell'offerta globale di greggio: la conseguenza è ovviamente un rialzo delle quotazioni.
Nuove sanzioni in arrivo anche dall'UE
Sulla dinamica domanda-offerta di petrolio potrebbe intervenire anche l'Unione Europea. Oggi dovrebbe essere approvato il 18mo pacchetto di misure contro Mosca: secondo indiscrezioni raccolte ieri da Reuters il pacchetto potrebbe contenere una ridefinizione del prezzo massimo di acquisto del greggio di Mosca. Il limite sembra poter essere fissato sulla media delle ultime 22 settimane meno il 15%: al momento il calcolo è pari a 47 dollari/barile, contro una quotazione corrente di oltre 66 dollari/barile. Difficile che i venditori accettino un prezzo così basso: probabile quindi che dal lato dell'offerta la porta si chiuda.