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Psicologia dell'investitore: l'emotività, la prima causa di consulenza

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

Studi e ricerche evidenziano come, uno dei fattori fondamentali che spingono un investitore a rivolgersi ad un consulente finanziario, è l’emotività. L’aspetto psicologico, quindi, riveste una importanza notevole all’interno di qualsiasi processo decisionale. 

Psicologia dell'investitore: l'emotività, la prima causa di consulenza

Psicologia dell’investitore: il bisogno di consulenza 

Il bisogno di consulenza, in ambito finanziario, è un fattore da considerare con una certa attenzione.

I mercati sono sempre più complessi, così come le dinamiche della vita quotidiana

Spesso, non si ha il tempo necessario per informarsi a dovere ed effettuare scelte consapevoli quando si parla del proprio patrimonio finanziario. 

Ecco che quindi, rivolgersi ad una persona che è o dovrebbe essere esperta in materia, aiuta (o dovrebbe aiutare) a porre in atto i comportamenti corretti al fine di pianificare in modo ottimale il proprio presente e futuro. 

Il bisogno di consulenza, quindi, sorge quasi automatico, proprio per la carenza di tempo e la complessità del mondo finanziario. Non tutti sono appassionati di borsa, di mercati, di economia.  

Non tutti hanno il tempo, le conoscenze, le capacità per poter fare da sé.

L'esigenza di rivolgersi ad altri, come già evidenziato, sorge come logica conseguenza. 

Psicologia dell’investitore: la ricerca di sicurezza 

Che cosa cerca ogni persona, quotidianamente? Conferme, sicurezze. 

Tutte le persone hanno la necessità di certezze, di sentirsi rassicurate, di condividere le proprie ansie, le proprie preoccupazioni, le proprie mancanze

Ecco che quindi, come dimostrato da test e ricerche, l’emotività diventa la ragione principale per la quale un investitore si rivolge ad un consulente. 

Certo, la molla può essere quella della soddisfazione di una determinata esigenza in ambito finanziario ma, sotto sotto, c’è la necessità di condividere, di essere rassicurati e, anche, di cercare un possibile altro capro espiatorio. 

E sì, perché, per dirla tutta, la possibilità di incolpare qualcun altro, in caso di scelte errate, anche a livello inconscio, è un bel jolly da giocare, soprattutto per coloro che tendono a fuggire dalle proprie responsabilità. 

Insomma, la sfera emotiva di ciascun individuo è molto complicata e, decifrarla, risulta spesso essere più difficile della risoluzione di un rebus o del cubo di rubik. 

Psicologia dell’investitore: la consulenza come fattore oggettivo 

Sarebbe decisamente opportuno, invece, affidarsi ad un consulente e valutare necessità, finalità e sviluppi, in maniera il più possibile oggettiva. 

Si parte sempre da una esigenza, sia essa di natura prettamente finanziaria che psicologica od emotiva; l’importante, però, sarebbe riuscire a scindere i diversi aspetti in modo da poter dare il giusto peso ad ognuno di essi. 

Rivolgersi ad un consulente implica, inoltre (fattore decisamente rilevante) il riporre una notevole fiducia nella persona cui ci si affida.

In sintesi, il consulente non solo deve essere professionalmente preparato ma, deve avere doti empatiche evidenti ed affinate. 

Un rapporto si può costruire e consolidare nel tempo solamente se si rispettano i ruoli e ci si pone, l’uno nei confronti dell’altro, con franchezza, sincerità e mano tesa. 

L’importante è che le rispettive menti ne siano consapevoli. 

 

 

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