Snam, la lista con i nuovi vertici prende meno voti degli istituzionali
pubblicato:Scornajenchi al posto di Venier nell'incarico di amministratore delegato, Zehenter alla presidenza. Dopo il nuovo piano industriale al 2029 di gennaio e la maxi-acquisizione tedesca di aprile, il mercato si interroga sulle linee strategiche del nuovo management

Oggi in un “clima tranquillo” si è tenuta l’assemblea di Snam, il gestore della rete gas nazionale nonché dei maggiori approvvigionamenti e stoccaggi di gas naturale liquefatto e non. Un’attività strategica, come si può immaginare, fortemente regolata e divenuta sempre più rilevante con la guerra in Ucraina e l’abbandono del gas russo.
Nelle scorse settimane, dopo rumors sempre più insistenti, il deposito della nuova lista di amministratori chiamati a guidare per un triennio questo colosso da oltre 1,2 miliardi di euro di utili soltanto nel 2024 ha confermato, il 18 aprile 2025, la decisione dei soci di riferimento, ossia CDP Reti, quindi CDP, quindi il Ministero dell’Economia, di cambiare i vertici della società. Legittimo ma non proprio usuale.
Snam, il nuovo management
Alla presidente Monica de Virgiliis (un curriculum tra multinazionali come STM e Prysmian) si è preferito Alessandro Zehenter, consigliere dal 2023 di Enel, nel comitato di controllo e rischi e in quello parti correlate, dopo esperienze di Trentino Digitale, in Alpikom, e nel procurement di alcune società automotive americane o tedesche.
Allo storico CEO Stefano Venier (nomina del governo Draghi) che ha plasmato i successi di Snam degli ultimi anni, dalla strategia per l’hub mediterraneo del gas all’alleanza con Fluxys in Europa, all’accento sull’idrogeno, fino alle ultime evoluzioni nell’approvvigionamento di gas naturale liquefatto, si è preferito Angelo Scornajenchi, già amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital SGR dove era giunto nell’ottobre 2023 al posto di Enrico Resmini da Terna, dove il nuovo ad di Snam (sarà nominato questo pomeriggio nell’usuale prima riunione del nuovo cda), era stato CFO dal 2017. Insomma il curriculum del grand commis c’è tutto, ma qualche sorpresa rimane.
Snam, a gennaio il nuovo piano ad aprile la maxi-operazione in Germania (e ora cambiano i manager)
Appena lo scorso gennaio il gruppo Snam ha varato il nuovo piano al 2029, fino a 13,4 miliardi di euro di investimenti e un’accelerazione su gas liquefatto, decarbonizzazione, idrogeno, sull’export del gas all’estero non solo dall’Austria. Un piano che non rinnegava l’importanza della cedola portata fino all’80% degli utili (payout ratio), un piano con la chiara impronta di Venier.
A inizio aprile poi la sorpresa: un investimento da 920 milioni di euro per un quarto del capitale della tedesca OGE, l’Open Grid Europe, che in pratica fa lo stesso lavoro di Snam nella Germania occidentale e ha fra i suoi asset la gestione di 12 mila chilometri di condotte con un accento proprio sui temi cari a Venier, lo sviluppo industriale multi-molecola, l’idrogeno, la decarbonizzazione dell’industria e così via. Un maxi-acquisizioni, quasi miliardaria appunto, perfettamente in linea con le direttive strategiche degli ultimi anni. Con l’alleanza con Fluxys e tutto il resto… L’annuncio è del 7 aprile, la data in calce alla nuova lista di CDP Reti, primo azionisti di Snam con il 31,35% del capitale, è il 18 aprile.
Sarà il nuovo management – sono 5 i manager che cambiano – a portare avanti le vecchie strategie o forse no. E’ ancora troppo presto per dire se sarà presentato un nuovo piano industriale, se gli input dei Fratelli d’Italia, a cui Dagospia attribuiva la spinta fondamentale per Scornajenchi, porteranno a dei cambiamenti in questo percorso fin qui lineare.
Di certo oggi stupisce che la lista di maggioranza per il cda di Snam presentata dal socio di riferimento CDP Reti abbia ottenuto il 46,81% dei voti espressi in assemblea, contro il 53,11% ottenuto dalla lista di minoranza degli istituzionali che portava in assemblea soltanto l’1,32% del capitale di Snam. Un segnale di dissenso del mercato sul cambio al vertice di Snam?
Forse leggerla così è una forzatura. Forse qualche indicazione strategica in più dal socio di riferimento (pubblico per di più) sarebbe stata utile. Al consesso ha partecipato il 70% quasi del capitale di Snam, in gran parte investitori internazionali e professionali interessati a questo titolo tipicamente da cassettisti coinvolto nella transizione ecologica così come nell’approvvigionamento tradizionale di idrocarburi fondamentali per il Paese (solo in termini di elettricità il gas fa il 40% circa della generazione e il 90% dei prezzi).
O forse è stata solo una manovra targata Giovanbattista Fazzolari che avrebbe voluto in CDP Venture Capital Stefano Donnarumma poi diventato amministratore delegato di Ferrovie dello Stato.
Insomma potrebbe essere solo “spoil system”. Dopo la conferma lo scorso luglio di Dario Scannapieco come ad di CDP, potrebbero essere solo scorie di quella perennemente viva battaglia per le poltrone pregiate delle partecipate pubbliche. Niente di davvero nuovo sotto il sole. Troppo poco per leggere un segnale di discontinuità strategica per Snam.