Stellantis in rally, le tre novità che spingono l'azione
pubblicato:Segnali forti dalla domanda negli Stati Uniti e in Italia, gli analisti di Banca Akros promuovono il titolo e anche sul grafico spunta qualche segnale. Ma senza dubbio serviranno conferme

Base non base. C’è una pletora di investitori che guarda tempo Stellantis, una delle grandi malate di Piazza Affari che potrebbe avere perso troppo e risultare quindi a sconto.
Come per tutti i coltelli che cadono, la possibilità di tagliarsi non manca: parliamo di un titolo che ha perso il 73% dai massimi del marzo 2024 ai minimi dello scorso aprile.
Parliamo di una società che opera nel settore automobilistico europeo, una delle industrie più in crisi di competitività del globo.
“Eppur si muove”, avrebbe detto lo scrittore Giuseppe Baretti (l’attribuzione a Galileo Galilei sarebbe aprocrifa) ed è innegabile, anche se i numeri stentano.
Stellantis, un quadro grafico in congestione
La freddezza statistica dell’analisi tecnica ci mostra che la linea di tendenza discendente dai citati massimi del 2024 – sui lontanissimi 27,35 euro – è stata rotta con decisione a luglio e da allora il titolo si muove essenzialmente per vie laterali, con test significativi dal basso della media mobile esponenziale a 50 sedute che sembrano avere tarpato le ali di una rimonta cui l’ascesa al vertice operativo del gruppo di Antonio Filosa non sembra ancora aver dato fiato.
Ci voglion le cifre di bilancio, sembrano sussurrare gli anche recenti test dei supporti di area 7,41 euro, ma la fase di congestione dei prezzi dura in pratica ormai dalla scorsa primavera e anche il profilo dei volumi tipicamente piramidale potrebbe confermare una fase di accumulo.
Solo conferme oltre gli 8,89 euro (top del 28 luglio e 61,8% di ritracciamento del calo tra i massimi del 15 maggio a 9,83 e i minimi del 10 settembre a 7,41 euro) potrebbero davvero suggerire dei primi prudenti ingressi, meglio se confermati da segnali stabili sopra ai 9,01 euro almeno dei top del 10 luglio.
In fondo il titolo Stellantis ha aggiornato i minimi degli ultimi 5 mesi appena 20 giorni fa.
Oggi però l’azione della casa delle Fiat e delle Citroen, delle Jeep e dei RAM invia comunque un segnale tecnico importante, perché in gap up supera di strappo la citata media mobile esponenziale a 50 sedute in transito per gli 8,19 euro e la media esponenziale a 100 periodi scavalcata a 8,39 euro.
L’allungo su massimi a 8,76 euro e il rally ancora solido di queste ore (+6,51% a € 8,67) non mostrano in realtà volumi eccezionali, ma sono comunque un segnale da non trascurare.
Cosa è successo? Almeno tre cose.
Stellantis, la promozione di Banca Akros
La prima è che Banca Akros ha migliorato il giudizio sul titolo portandolo da accumulate a buy con prezzo obiettivo catapultato da 9,5 a 10,5 euro, in pratica un potenziale upside di oltre il 20% dai corsi pur caldi di queste ore. Tra le ragioni della promozione la solida performance delle vendite di Stellantis negli Stati Uniti, il mercato chiave del gruppo dove sono andati bene Jeep, Ram e Dodge.
Stellantis, belle performance negli Stati Uniti nel terzo trimestre
La seconda cosa porta proprio negli Stati Uniti, dove ieri la controllata FCA US LLC (non si capisce bene perché questi dati non debbano essere considerati price sensitive) ha pubblicato i dati sulle immatricolazioni del terzo trimestre del 2025 che si è concluso con un aumento dei volumi del 6%
Nei tre mesi le Jeep vendute sono state 160.564 con un balzo dell’11% sul dato di un anno prima.
Anche le 32.489 Chrysler vendute sono un ottimo risultato (+45%) e insieme alle Jeep bilanciano il dato invero debole dei RAM (103.717 veicoli, -5%) e delle Dodge (26.120, -2%).
Il saldo da inizio anno resta su un -6% da 928 mila veicoli circa, ma anche qui è difficile negare l’invio di un segnale di forza su quel fronte dei volumi di vendita sul quale lo stesso Filosa ha posto di recente la base per la rimonta dei flussi di cassa e quindi delle performance complessive della società.
Il compito di Joao Laranjo, il CFO del gruppo fresco di nomina al posto dello storico Doug Ostermann non sarà comunque semplice, ma è già chiaro che proprio i flussi di cassa sono il centro della questione dopo che il gruppo ha bruciato cassa industriale per oltre 9 miliardi di euro in un anno e messo (FY24+1H25).
Per fortuna anche gli atteggiamenti più morbidi, anche se ancora poco concreti, dei legislatori europei e qualche timida ripresa della domanda UE aiutano un po’.
Ad agosto – mese non proprio angolare nella dinamica stagionale dell’automotive – la domanda europea qualche segnalino l’ha inviato, tranne che in Italia.
Stellantis, ottimo settembre in Italia
I dati delle immatricolazioni pubblicati ieri dal MIT confermano però che qualche segnale sul mercato delle quattro ruote giunge anche qui, a settembre il gruppo aumenta le vendite in Italia tra il 15,5% e il 16,21%. Sono due doppie cifre ottime, che riportiamo entrambe per completezza. Il +15,5% a 33.946 registrazioni è il dato dichiarato dalla stessa casa con la rivendicazione “Stellantis cresce tre volte più del mercato complessivo” e dietro si legge già l’aspirazione a vendicare mesi e mesi di performance europee inferiori al mercato. Il +16,21% lo leggiamo nella sempre ottima analisi di Data Force che conta 34.674 veicoli, comprese 393 Leapmotor (la casa cinese per cui Stellantis ha l’esclusiva fuori dalla Repubblica Popolare).
Poco male, è certo che la performance è superiore al 15%, che la quota del mercato italiano è superiore al 24% Un ottimo mese insomma, anche se le sfide non mancano.
Sul fronte produttivo è trapelata nelle scorse settimane la notizia degli stop per qualche settimana in diversi impianti europei, compresi Pomigliano e Poissy. Sembra che i fermi coinvolgano questo mese anche Eisenach in Germania (5 giorni), Saragozza e Madrid in Spagna (7 e 14 giorni), Tichy in Polonia.
C’è il magazzino a ottemperare alla domanda, ma di certo non è un buon segnale per le maestranze che almeno in Italia conoscono fin troppo bene, da anni, la cassa integrazione.
Sicuramente insomma, come sul quadro grafico, serviranno ancora conferme.
Il prossimo 30 ottobre il gruppo aggiornerà i mercati su consegne e ricavi del terzo trimestre, sarà un primo banco di prova importante, ma di certo non risolutivo in attesa di un recupero lungamente atteso, ma che sicuramente necessita di tempo per allignare.