Tassi Fed, mercato punta su accelerazione tagli
pubblicato:La banca centrale americana potrebbe essere in ritardo rispetto alla congiuntura USA
La Fed inverte con decisione il ciclo dei tassi
Si va sempre più consolidando tra gli operatori di mercato l'ipotesi secondo cui la Federal Reserve abbia atteso troppo prima di avviare la fase espansiva. Un primo indizio in tal senso è rilevabile nell'entità del taglio dei Fed funds deciso la scorsa settimana. Il FOMC (il comitato ristretto della banca centrale americana che prende le decisioni di politica monetaria) ha portato il target a 475-500 bp, lo 0,50% in meno rispetto al livello precedente, culmine della massiccia stretta monetaria avviata nel 2022 in risposta all'accelerazione dell'inflazione. Tra gli analisti non c'era unanimità, molti prevedevano una riduzione da 25 bp: il fatto che la Fed ci sia andata pesante ha fatto crescere i dubbi sulla solidità dell'economia USA.
Rischio rallentamento della locomotiva americana
Un primo segnale di allarme (che aveva scatenato vero e proprio panico sui mercati) era arrivato a inizio agosto dopo il dato sui nuovi lavoratori dipendenti peggiore delle attese. Anche le successive rilevazioni (ordini beni durevoli, indici PMI manifatturieri) hanno confermato una tendenza all'indebolimento, tendenza confermata dai dati degli ultimi giorni (ieri l'indice manifatturiero della Fed di Richmond).
FOMC, a novembre -50 bp?
Il trend sta (nemmeno troppo lentamente) spostando le attese del mercato verso una manovra monetaria più decisa da parte della Fed. La prossima riunione del FOMC è in programma per il 7 novembre. I dati del CME FedWatch Tool dicono che al momento le probabilità di tassi a 425-450 bp, ovvero 50 meno dei livelli attuali, si attestano al 58-59%, in crescita dal 53% di ieri e ben al di sopra del 37% di una settimana fa: un mese fa erano appena al 13%. Il mercato sta quindi iniziando a scommettere su un secondo taglio da 0,50% consecutivo, evento che se fosse confermato farebbe crescere ulteriormente le chance di atterraggio "duro" dell'economia USA con conseguenze negative sulle Borse.