Unicredit, il dossier del Banco BPM si complica ancora

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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A queste condizioni - ammette Orcel - l’offerta potrebbe non convenire più dal punto di vista economico. Nonostante la sospensione, remano contro anche i tempi. Ecco cosa succede

Unicredit, il dossier del Banco BPM si complica ancora

Offerta di Unicredit sul Banco BPM sempre più in bilico. Alla fine aveva ragione il Banco BPM ad affermare che le nuove prescrizioni del golden power rischiano di far decadere l’offerta.

Ieri in un importante incontro presso la Fabi, il più grande sindacato bancario italiano, l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel ha sostanzialmente ammesso che alle attuali condizioni l’offerta sul Banco BPM rischia di decadere, anche se potrebbe essere ripresentata in un secondo momento.

Unicredit, l'operazione non conviene più?

Il dossier è caldissimo, ma si scontra anche con i nuovi paletti posti ad Unicredit per l’acquisizione della banca di Piazza Meda e con i tempi della giustizia amministrativa sempre più implicata nelle carte.

Se l’acquisizione del Banco BPM – rivendica Orcel – resta valida da un punto di vista industriale e strategico, le condizioni che si sono create rischiano di renderla insostenibile da un punto di vista economico. Almeno secondo i criteri posti dallo stesso management di Unicredit su ogni operazione di M&A.

Cozzano anche i tempi, nonostante la sospensione della Consob abbia garantito un’estensione della proposta di Piazza Gae Aulenti fino al 23 luglio.
Sospensione contro cui sta facendo ricorso intanto il Banco BPM.

Ora Unicredit ha annunciato un ricorso al TAR del Lazio: la prima udienza è già fissata al 4 giugno e potrebbe deliberare una procedura d’urgenza con decisione entro 30 giorni. Tempi strettissimi comunque.

E per giunta il 19 giugno è in calendario una decisione preliminare dell’Antitrust europea sul caso e potrebbe arrivare un primo segnale forte contro un impiego troppo libero del golden power da parte del governo.

Già Unicredit si starebbe confrontando con l’Autorità europea - secondo indiscrezioni - sui rimedi, ossia sulle possibili cessioni di sportelli per evitare un’eccessiva concentrazione in alcuni territori derivante dall’acquisizione di Banco BPM.

Un’accelerazione su questo fronte potrebbe tradursi secondo alcuni osservatori anche in un’accelerazione su una presa di posizione nei confronti del golden power.

Questa potrebbe essere una grana anche per il Consiglio dei Ministri che finora ha tenuto la barra dritta, anche se Unicredit vorrebbe aggiustare un po’ tutti i requisiti richiesti dell’esecutivo: dal rapporto impieghi/depositi congelato per 5 anni, agli investimenti in titoli italiani di Anima, all’uscita dalla Russia entro 9 mesi (sembra che la deadline sia il 18 gennaio 2026).

Unicredit in uno scenario europeo in evoluzione

Il terreno è fertile per cambiamenti di scenario e indiscrezioni. Oltretutto a livello europeo probabilmente si dovrà affrontare presto anche il caso della stessa Unicredit su Commerzbank. Nella banca tedesca Unicredit sfiora ormai il 30% tra partecipazioni potenziali e quote dirette. Da mesi in Europa e in Spagna si segue il caso dell’offerta del BBVA sul Banco Sabadell, nei giorni scorsi il governo spagnolo ha deciso di prendere per sé il dossier e decidere alla luce delle questioni sollevate dall’operazione al di là della semplice concentrazione competitiva.

Inoltre anche la conquista eventuale del Banco BPM dovrebbe passare da altri giudizi europei, quelli dei francesi del Credit Agricole che hanno dell’istituto il 20% circa del capitale e sono il primo fornitore di fondi Amundi per Unicredit. Al punto che in molti avevano individuato in un eventuale accordo su Amundi con il Credit Agricole un passaggio fondamentale per il successo dell’intera operazione.

Ieri Andrea Orcel ha lanciato altri segnali al governo smentendo certe ricostruzioni sull’operato di Unicredit e affermando che è la banca che presta più di tutte alle PMI, che con lui le filiali del gruppo sono salite a 18.500 e che l’istituto ha più BTP italiani di ogni altra banca.

Unicredit, nuova operazione in Grecia e rumors su interessi per gli asset russi

Nel frattempo Piazza Gae Aulenti continua a muoversi. Di oggi la notizia del raddoppio delle quote nella greca Alpha Services al 20% quasi. Dovrebbe derivarne un utile netto aggiuntivo di circa 180 milioni di euro all'anno e un impatto sul capitale di 40 punti base.

Sono rumors raccolti da MF-Milano Finanza invece quelli sull’interesse di due fondi emiratini di private equity per la controllata russa di Unicredit.

Serve per ogni cessione il via libera di diverse autorità russe, compresi il Cremlino e la Banca centrale e soprattutto lo sconto chiesto dai fondi potrebbe raggiungere il 60%

Non è detto che Unicredit accetti di cedere a queste condizioni. Il confronto con il governo e con l'Unione Europea sul dossier del Banco BPM si potrebbe alleggerire un po', ma non è detto che le altre condizioni alla fine non mantengano un peso eccessivo per andare avanti.