Unicredit chiude il dossier Banco BPM e punta di nuovo sui dividendi

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

I tempi per l’offerta rischiavano di bloccare il gruppo che torna a concentrarsi sulla crescita e su Commerzbank

Unicredit chiude il dossier Banco BPM e punta di nuovo sui dividendi

“Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit annuncia il ritiro dell'offerta per Banco BPM, in quanto la condizione relativa all’autorizzazione Golden Power non è soddisfatta”.

Ieri sera, poco dopo la nuova sospensione Consob dell’offerta per altri 30 giorni, il cda di Unicredit ha deciso di lasciar perdere.
Già nelle scorse settimane l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel aveva affermato che le probabilità di successo erano scese al 20%

Così, nonostante alcune condizioni favorevoli, dalla pronuncia relativamente positiva del TAR sul golden power ai segnali dall’Antitrust UE, è stato deciso il passo indietro.

I tempi per una risoluzione definitiva della questione Golden Power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa oggi dalla CONSOB”, ha affermato il management nel comunicato serale.

Ribadita la convinzione che la ratio industriale dietro il piano fosse solida, ma adesso si guarda oltre e già stamattina si torna ai risultati organici brillanti del gruppo, al dossier Commerzbank, ai piani di restituzione di valore agli azionisti.

Unicredit, titolo in rally dopo i dati e la rinuncia all'offerta su BPM

Il mercato reagisce con forza. Unicredit guadagna in tarda mattina il 4,55% Ripiega invece il Banco BPM (-1,84% a € 10,13 dopo un primo affondo a € 9,82), che perde appeal speculativo, ma non crolla.

Il settore bancario tutto mostra i muscoli, con il Ftse Italia Banche in recupero del 2,61%, anche per via dei segnali positivi sul fronte dei dazi.

Si riguardano i dossier che sembravano accantonati come quello che vedeva Banca MPS (+3,55%) destinata a nozze con il Banco BPM.

Ma intanto Unicredit torna sui numeri di bilancio, anche nel secondo trimestre solidissimi nonostante le sfide dei tassi in calo.

Unicredit, utile ben oltre le attese, più dividendi e migliora la guidance

Nel secondo trimestre i ricavi totali perdono il 3,3% e tornano a 6,127 mld, il consensus raccolto dalla stessa banca tra gli analisti era per 6,19 miliardi di euro. Va però precisato che sui ricavi influiscono 335 milioni di perdite da attività di negoziazione collegate all’operazione su Commerzbank.

Le commissioni da 2,12 mld risentono delle sfide del contesto internazionale, il margine d’interesse da 3,46 mld fa meglio delle attese.
Il margine operativo netto della banca da € 3,7 mld (-7,9%) batte leggermente il consensus posto a 3,68 mld.

L’utile netto di Unicredit fa invece un balzo del 24,8% a 3,34 miliardi di euro, il consensus era fermo a 2,53 miliardi di euro. Sulla bottom line del conto economico bisogna fare, però, dei distinguo: il numero più vicino alla realtà è 2,9 miliardi di euro, comunque nettamente al di sopra del consensus. Sul trimestre influiscono infatti elementi straordinari come il consolidamento del 9,9% di Commerzbank e l’acquisizione totale delle joint venture assicurative.

Su questo fronte strategico, quello dell’internalizzazione dell’assurance, la rivalutazione delle partecipazioni assicurative vita ammonta a ben 675 milioni di euro e insieme ad altre voci – comprese quelle collegate a Commerzbank- porta a un risultato non ricorrente positivo per 675 milioni di euro.

Il gruppo Unicredit ha così aggiornato e migliorato la guidance sul 2025: ora prevede per quest’anno ricavi oltre 23,5 miliardi di euro (consensus 24,55 mld) con un utile netto da 10,5 miliardi di euro, ben oltre i 9,3 miliardi precedenti, ben oltre i 9,64 mld del consensus.

L’utile atteso nel 2025 è il piatto forte dei conti, perché permette di stimare la distribuzione agli azionisti di almeno 9,5 miliardi di euro, di cui 4,75 miliardi di euro in contanti, ossia in dividendi.

Cresce così anche la guidance 2027 che prevede ricavi oltre gli 11 mld. Ora Piazza Gae Aulenti prevede di distribuire più di 30 miliardi di euro agli azionisti tra il 2025 e il 2027 e la metà sarà in dividendi.

Unicredit, un bilancio da 860 miliardi, in portafoglio titoli di stato italiani per 47,6 miliardi

A fine periodo gli RWA – gli asset ponderati per il rischio - da 287,7 miliardi di euro.
Il CET1 ratio (la percentuale di capitale primario sugli asset ponderati) è su un solido 16,0% che flette di 17 punti base dopo: +82 pb per la generazione organica di capitale, -92 pb di accantonamento per le distribuzioni (compresi gli AT1), -20 pb per gli impatti del quadro regolamentare, -16 pb per l’internalizzazione delle compagnie vita, +36 pb per altri elementi (riserve, Commerzbank, perdite fiscali portate a nuovo).

Sono dinamiche rilevanti perché racchiudono il motore della generazione di capitale che permette le distribuzioni: Unicredit a fine periodo dichiara un excess capital (a fronte di un CET1 richiesto al 12,5%-13%) invariato a 8,5-10 miliardi di euro.

Altri numeri del gruppo fanno impressione ancora una volta. Su un bilancio da 860 miliardi di euro (totale dell’attivo), il gruppo calcola 410 miliardi di prestiti e 465 miliardi di depositi da i clienti con un rapporto tra impieghi e depositi dell’88%. Si ricorderà che una delle condizioni chiave del golden power s’imperniava su questo aspetto.

Il portafoglio di titoli di Stato italiani di Unicredit a fine giugno era di 47,6 miliardi circa, il 37% circa dei quasi 130 miliardi di esposizioni in titoli del debito sovrano.

Le attività finanziarie totali (TFA) a fine giugno erano pari a 826,7 miliardi di euro (+3,4%).
La raccolta gestita (asset under management + asset under administration) era aumenta del 14,7% a 178,2 miliardi di euro.
L’assicurazione fletteva dell’1,4% a 57,3 miliardi di euro, la raccolta amministrata cresceva del 4,4% a 207,4 miliardi di euro e i rimanente depositi erano pari a 384,1 miliardi di euro.