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Borse e mercati: Giappone, rischio o opportunità?

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

Per molti anni, più che il Paese del Sol Levante, da un punto di vista borsistico, il Giappone è stato il Paese del sol dormiente. Gli investitori con qualche anno in più sulle spalle, ricordano di certo quelle promesse non mantenute di fine anno 1989 quando l’indice Nikkei toccava il suo massimo storico. Da quel momento, anni bui si sono susseguiti, con lo stesso indice che, circa vent’anni dopo, ovvero nel 2009, valeva poco più di un quinto rispetto ai massimi storici.

Borse e mercati: Giappone, rischio o opportunità?

Borsa giapponese: andamento lento

Più che un andamento lento, si può affermare che, nel corso degli ultimi decenni, la borsa giapponese abbia avuto un passo da gambero (un passo avanti e decisamente molti all’indietro). Chi ha investito nel Sol Levante una trentina di anni fa, o ne è uscito in perdita dalla disperazione oppure continua ad avere in portafoglio un capitale inferiore rispetto a quello versato.

C’è invece chi ha optato per un piano di accumulo su fondi o comunque prodotti che investivano sulla borsa nipponica e, allora, si trova in una situazione sicuramente migliore o comunque meno negativa del caso precedente.

Chi ha una maggiore anzianità, quindi, potrebbe essere tentato di guardare la situazione da una prospettiva pregiudizievole a differenza di chi, invece, più giovane d’età o meno avvezzo alla memoria storica, può porsi con maggiore equilibrio.

Il quesito che ci si pone è: il Giappone rappresenta un rischio o una opportunità? Cerchiamo di fare qualche considerazione in merito.

Giappone: perché può essere un’ opportunità

Mentre l’America e l’Europa, negli ultimi mesi, hanno visto innalzare più volte i tassi di interesse con l’intenzione di raffreddare la prepotente ascesa della spirale inflazionistica, la Banca centrale giapponese sta continuando nella sua fase di massima espansione monetaria con il rendimento dei propri titoli decennali che, attualmente, è prossimo allo zero.

Questo al fine di dare impulso ai consumi interni, vero e proprio cruccio del Paese ormai da anni. Maggiore domanda interna, maggiori investimenti delle aziende potrebbero avere origine dall’aumento dell’inflazione che, nel Sol Levante, sarebbe visto quasi come una benedizione.

Vi è inoltre da tenere in considerazione il fatto che, negli ultimi tempi, lo yen giapponese si è deprezzato nei confronti del dollaro (circa un 30%); questo rappresenta un fattore di notevole competitività per le aziende nipponiche in grado di aumentare sensibilmente le esportazioni verso gli Stati Uniti (primo partner commerciale del Giappone).

L’allentamento delle misure inserite a seguito del diffondersi della pandemia, inoltre, dovrebbe portare anche benefici al settore turistico, pesantemente penalizzato negli ultimi anni.

Nikkei 225: quale obiettivo?

Una bella domanda, dalla risposta affatto semplice. Fare previsioni è sempre difficile, farle sulla borsa giapponese lo è probabilmente di più. Del resto, basta guardare l’andamento storico per capire quanto possa essere faticoso comprendere appieno la realtà di questo mercato.

Il valore raggiunto alla fine del 1989 all’apice della bolla speculativa che aveva contraddistinto l’economia giapponese, non è mai stato lontanamente nemmeno riavvicinato. Certo, ci sono delle discrete prospettive, oggi, come già evidenziato nelle considerazioni espresse precedentemente.

Il suggerimento, può essere quello di approcciare il mercato giapponese con una certa cautela, onde evitare di scottarsi. Informarsi e documentarsi sugli strumenti finanziari che investono su Tokyo è il primo passo, anche per studiarne le differenze e peculiarità.

L’investimento sull’azionario del Sol Levante può essere una buona opportunità di diversificare il proprio portafoglio: magari con un piano di accumulo e con gradualità, nell’attesa di verificare se le attese verranno, per una volta, mantenute appieno.

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