Bper, la promozione di DBRS è solo uno degli spunti sul titolo

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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L’agenzia alza il trend a “positive” e confida in utili organici superiori alla media storica. Il consensus degli analisti pone un prezzo obiettivo a 5,6 euro contro corsi scesi a 4,5

Bper, la promozione di DBRS è solo uno degli spunti sul titolo

L’agenzia DBRS Morningstar ha confermato il rating di Bper Banca a BBB e ha alzato il trend (il corrispondente dell’outlook di altre agenzie) da stabile a positivo, confermando la fiducia nella banca guidata ora dal CEO Gianni Franco Papa.

Per una banca come Bper, spesso trascurata dal mercato, è soltanto l’ultimo degli spunti positivi, ma molte delle considerazioni svolte dagli analisti di DBRS possono essere allargate all’intero settore del credito di Piazza Affari.

A questo si aggiunge la circostanza che, nonostante il recupero in corso, l’azione di Bper in queste ore tratta a Piazza Affari a 4,5 euro circa, ben al di sotto del consensus degli analisti raccolto dallo stesso istituto in una media di 5,6 euro. In pratica un potenziale upside di oltre il 24%

Bper alle prese con i tassi calanti, come la vede DBRS?

La ragione della promozione di DBRS è strettamente collegata al miglioramento della capacità di Bper di generare utili organici a seguito di tre fattori principali: i maggiori margini d’interesse, la maggiore efficienza operativa e i minori costi del credito.
La domanda sorge spontanea: ma il taglio dei tassi della Bce appena cominciato non comprimerà questi numeri?

Secondo Monrningstar DBRS tagli dei tassi, maggiori costi del funding e potenziali rialzi del costo del credito a seguito di rischi sulla qualità degli asset potrebbero ridurre parte dei livelli attuali di redditività.

Ma secondo gli analisti la capacità di generare utili organici di Bper rimarrà comunque al di sopra della media storica, anche grazie all’azione in corso sul mix di ricavi e sul controllo dei costi che dovrebbero traghettare con profitto la banca nella nuova era dei tassi in calo.

Anche Moody’s nella recente promozione di fine maggio di Bper al rating di Baa3 con outlook positivo aveva sottolineato la maggiore capacità della banca di generare utili a fronte di una buona qualità degli attivi e di robuste posizioni di funding e liquidità.

Per Bper è in corso una fase di transizione specifica all’interno di un generale contesto in trasformazione. Al nuovo scenario di tassi in calo accompagnato da incertezze geopolitiche e macroeconomiche, si accompagna infatti il recente cambiamento della governance del gruppo con il nuovo tandem di Fabi Cerchiai alla presidenza e Gianni Franco Papa CEO.

Bper, nuovo management e nuovo piano partono da numeri solidi

Il nuovo cda ha deciso di chiudere alla fine di quest’anno il Piano Industriale 2022-2025 grazie al raggiungimento in anticipo degli obiettivi del gruppo e di approvare e presentare a ottobre un nuovo Piano 2024-2027 che si servirà anche di aggiornamento delle politiche di incentivazione dei top manager della banca in vista degli obiettivi che saranno posti.

Il primo trimestre 2024 ha confermato le performance solide della banca con un margine d’interesse balzato del 16,2% a 843,6 milioni di euro, ma una forte tenuta anche delle commissioni nette che ormai valgono 510,39 milioni di euro (+0,85%). In pratica poco più 60% e poco meno del 40% circa dei proventi operativi rispettivamente.

Ma scorrendo il conto economico si scopre un bel taglio del 33,5% delle rettifiche di valore nette per rischio di credito (che conferma la qualità degli attivi) e un utile da investimenti da quasi 150 milioni di euro nell’ambito del quale Bper ricorda il completamento della partnership strategica sui deteriorati con Gardant, quella che sta creando con Dovalue un colosso degli NPL.

Il balzo dell’utile del 57% nel trimestre era dovuto in gran parte a quello.

Ma le operazioni strategiche del 2023 avevano anche visto la vendita di 48 sportelli a Banco Desio nell’ambito della fusione di Bper con Carige, la più grande operazione condotta negli ultimi anni dall’istituto di Modena.

E c’era stata anche la creazione di una partnership strategica del noleggio a lungo termine con UnipolSai (torneremo sulla quota del 19,85% controllata dal gruppo Unipol in Bper) che aveva portato Bper al quasi 20% di UnipolRental incrociando ancora una volta i servizi allo sportello di Bper.

Un’altra operazione aveva riguardato la concentrazione del wealth management del gruppo in Cesare Ponti. Si potrebbe citare anche l’ottimizzazione degli organici che aveva comportato nel 2023 oneri non ricorrenti per quasi 250 milioni di euro (e il calo di 835 unità degli organici a quota 20.224 persone).

Bper, quell’appeal speculativo che rimane

Anche DBRS evidenzia che Bper, quarta banca italiana con attivi per circa 140 miliardi di euro alla fine di marzo, è reduce da un percorso carico di operazioni straordinarie (non solo Carige, ma anche la rete di 486 sportelli di Ubi Banca acquistata da Intesa), con consolidamenti in Lombardia, Liguria e Toscana. Ma la vera scommessa rimane quella della difesa dei margini in un clima meno favorevole di tassi in calo.

Tutte le strade portano però a via Stalingrado, dove ha sede la Unipol guidata dal presidente Carlo Cimbri che di Bper ha il 20% quasi. Il 2023 di Bper è stato brillante, come quello delle altre banche che hanno goduto di margini d’interesse in forte crescita, ma il 2024 e ancora di più gli anni a venire promettono tassi più bassi e la necessità di consolidare gli altri proventi.

Secondo alcuni osservatori alla base della sostituzione del CEO di Bper Luigi Montani con Gianni Franco Papa ci sarebbe anche questo, la preparazione a un nuovo scenario. Ma ci sarebbe anche il fatto che l’attesa fusione di Bper con un altro grande player, magari Banco BPM, non si è concretizzata e ora bisogna ricucire una nuova tela.

Le quote del 20% di Unipol in Bper e nella Banca Popolare di Sondrio sono la croce e delizia degli appassionati del risiko bancario italiano. Al di là della valenza meramente industriale che permette a Unipol di rafforzare il proprio business assicurativo con gli sportelli bancari, quelle quote scaldano periodicamente i corsi al sole dei nuovi rumors della cronaca finanziaria.

Con quel 26,73% di MPS ancora in mano al Tesoro, sul quale il lockup delle azioni scade a luglio in un anno in cui teoricamente il ministero dell’Economia deve completare la privatizzazione della banca senese, è naturale che le voci che portano a Modena si moltiplichino.

E anche di questo appeal speculativo gli azionisti di Bper dovranno tenere conto, anche se forse alla fine ha ragione l’ad del Banco BPM Giuseppe Castagna quando dice che con prezzi così elevati le operazioni di M&A sono rinviate almeno all’anno prossimo.

I rumors recente sulla possibilità di uno scioglimento anticipato del contratto assicurativo storico di MPS con Axa, magari in favore proprio di Unipol centrano però il tema della nuova fase di partnership tra le banche in Italia: molto spesso è proprio la bancassurance la chiave di accesso.

Un’altra potrebbe essere l’asset management, ma qui le strade di Modena e Siena si dividono. Se infatti MPS ha una partnership forte con Anima (oltre a JP Morgan e Blackrock), società con azionisti forti in Banco BPM (22,38%) e Poste (11,95%); Bper fa riferimento ad Arca che ha la banca emiliana come primo azionista e la Popolare di Sondrio come secondo socio. Due poli dell’asset management diversi insomma: se si vuole proseguire, bisognerà cercare un'altra strada, forse appunto quella delle assicurazioni.