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Certificates, le strategie più diffuse e le varie forme di utilizzo

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

Dall’equity protection al recupero delle minus, dallo switch to recovery all’hedging. Con i certificate sono tanti i piani di trading programmabili in attacco e in difesa. Ma la conoscenza dello strumento è indispensabile

Certificates, le strategie più diffuse e le varie forme di utilizzo

I Certificates sono per natura delle mini-strategie di opzioni concentrate in un unico strumento, quindi incorporano automaticamente un determinato approccio al mercato. Per conoscere vantaggi e limiti di questi prodotti bisogna definirne il possibile impiego.

Certificates, strategie in base al mercato

In un mercato orientato al rialzo un certificate equity protection può garantire il capitale da eventuali inversioni di marcia del sottostante e persino produrre performance leggermente positive, anche per piccoli movimenti in direzione opposta alla strategia.

Si può, per esempio, puntare sul rialzo di Eni, ma ottenere un piccolo profitto anche se invece il titolo della compagnia petrolifera registra leggeri ribassi.

Per chi vuole approfittare di una fase positiva del mercato, esistono anche i Certificates outperformance, che sono invece strumenti a capitale condizionatamente protetto o anche non protetto e puntano a migliorare la performance di un sottostante. In genere questo incremento delle performance deriva da un fattore di partecipazione specifico più elevato, ma bisogna tenere conto del fatto che con questi strumenti cresce anche il rischio.

Gli investitori più aggressivi possono infine fare ricorso alla leva con dei turbo. Il rischio cresce in maniera molto consistente, ma anche il potenziale rendimento.

Esistono strumenti tipicamente più utilizzati per strategie ribassiste, come i “leva fissa” o i Certificates minifuture short, che bloccano anche il rischio di compounding effect dei “leva fissa”.

Esistono infine strategie profittevoli per fasi di mercato stabili, come quelle collegati a Certificates di tipo butterfly.

Certificates, la ricerca di cedole

In fasi di mercato stabile una delle strategie tipiche con i Certificates è la ricerca di rendimenti aggiuntivi tramite cedole e bonus.

Gran parte dei Certificates commerciati in Italia risponde a questi requisiti, così si fa spesso ricorso a Certificates Digitali, Bonus, Express. Sono tra le famiglie più ampie nell’ambito dei Certificates e il flusso cedolare è una delle maggiori richieste rivolte a questo tipo di strumenti.

La ricerca di rendimenti costanti e prevedibili, a volte anche incondizionati, è uno dei più diffusi approcci dell’investimento in Certificates. L’investitore può anche impiegare i Certificates – con le dovute cautele – come strumento di sostituzione dei contanti o anche delle azioni. In determinate condizioni un certificato con un sottostante azionario può fornire maggiori difese di un’esposizione diretta (per esempio tramite barriere vantaggiose).

Il tema delle cedole è molto importante anche per il trattamento fiscale vantaggioso dei Certificates e dei loro flussi.

Certificates, recupero di minusvalenze e perdite

Le cedole dei Certificates e, ancora di più dei certificate a “maxi-cedola”, possono essere usate, a differenza dei dividendi azionari o delle cedole obbligazionarie, per il recupero di minusvalenze.
Possono bilanciare o rinviare delle perdite da investimento.

È un’opportunità fortemente sottolineata dagli operatori, ma che va inserita nell’ambito di strategie più ampie e autonome, pena il rischio di aggiungere perdite alle perdite. Va comunque senz’altro tenuta in considerazione.

Altre strategie più articolate, come lo “switch to recovery”, consentono - con l’impiego di Certificates - di recuperare più rapidamente delle perdite accumulate. Anche in questo caso occorre comunque cautela, perché si mette in portafoglio un nuovo prodotto e si rischia, qualora la strategia non funzionasse di aumentare le perdite, invece di coprirle.

Certificates per l’hedging

C’è poi la funzione fondamentale dell’hedging (“copertura”). Con i Certificates si possono infatti bilanciare i rischi di investimenti in varie asset class, coprendo, per esempio, una posizione rialzista su un indice o un’azione con un certificate minishort o anche coprendo un portafoglio differenziato e trovando per l’hedging più comoda una posizione in Certificates minishort, invece che in future o ETF short.

Si tratta già di strategie più complesse in cui sarà necessario valutare il beta del portafoglio per ottenere l’ammontare di future relativi e quindi traslare la posizione in future in una uguale posizione in Certificates.

Il risultato è spesso però una maggiore agilità di manovra ed efficacia della copertura.

Per operare in questa maniera è spesso necessario servirsi di programmi e tool specifici che rendano agili i calcoli di posizione e di scenario.

Bisogna inoltre tenere in considerazione le caratteristiche degli strumenti di copertura. I Certificates a leva fissa vanno bene per un trading giornaliero, ma oltre la singola seduta espongono al compounding effect, che rischia di manomettere le previsioni e alterare i risultati.

I turbo certificate hanno invece una leva dinamica (cresce all’avvicinamento allo strike).

L’evoluzione dei due è il certificate mini future (sia ribassista, che rialzista), che evita il compounding effect e presenta una leva dinamica adatta anche per l’hedging su periodi prolungati.