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Economia e borsa: come muoversi in caso di recessione

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

Il rischio di una recessione, economica o tecnica, si fa sempre più concreto e anche gli ultimi rialzi dei tassi, da parte della FED, vanno in quella direzione. L’obiettivo primario è quello di frenare l’inflazione. La parola “recessione” spaventa, ma può invece portare risvolti positivi. Cerchiamo di capirne i motivi.

Economia e borsa: come muoversi in caso di recessione

Recessione: cosa significa

La lotta all’inflazione non si ferma, anche se l’unico strumento per cercare di contrastarla pare essere l’aumento dei tassi di interesse. Giusto o sbagliato che sia, in America, i tassi di mercato hanno raggiunto la soglia del 4%, cosa che pareva impensabile nemmeno troppo tempo fa. L’Europa ovviamente, segue a ruota. La spirale ascensionale dei prezzi va fermata ad ogni costo.

Ecco che quindi si sente sempre più spesso parlare di “recessione”. Tale termine, non ha sicuramente valenza positiva in quanto sta a significare, in un linguaggio molto terra terra, la riduzione dei consumi, della spesa, del risparmio, della produttività delle singole aziende. Se le aziende producono meno, guadagnano meno, sono costrette a licenziare, con tutto ciò che questo comporta all’interno del ciclo economico.

La recessione, può essere tecnica o economica. La recessione tecnica si ha nel momento in cui il PIL fa segnare una variazione negativa per due trimestri negativi, mentre quella economica si ha nell’istante in cui, la variazione tendenziale del PIL è negativa rispetto all’anno precedente.

Nubi scuri addensano i nostri orizzonti, quindi? C’è da avere paura?

Recessione: nuvole nere o spiragli di luce?

Così, di primo acchito, la parola recessione instilla sicuramente pensieri negativi nella mente dei risparmiatori. E non potrebbe essere altrimenti. Se le aziende producono meno e vendono meno, vedono ridursi i margini di guadagno, ovvero i profitti. Ciò si ripercuote sugli utili e sulle prospettive di crescita immediate e future. Insomma, una tragedia annunciata.

Anche l’ultimo neofita tra i risparmiatori sa, però, che i mercati si muovono guardando al futuro piuttosto che al presente. Ergo, di norma essi anticipano i movimenti dell’economia reale. Cosa significa? Che nel momento in cui leggiamo una notizia, buona o brutta che sia, nella maggior parte dei casi, il mercato già la sconta e quindi, i prezzi dei vari titoli, già la inglobano all’interno della loro dinamica evolutiva.

Dunque, se dal punto di vista del mondo reale, la recessione porta con sé novelle deprimenti quali ad esempio una maggior disoccupazione, una minor propensione al risparmio e ridotti consumi, nell’ottica del mondo finanziario, può invece rappresentare (paradossalmente) una svolta positiva. Cerchiamo di capire perché.

La bussola dei mercati

Quale è la condizione che deprime maggiormente i mercati? L’incertezza. Se la bussola non ha un orizzonte chiaro di fronte a sé, i mercati sono come barche in balia delle onde durante una tempesta: il rischio è quello di affondare o di ritrovarsi comunque con le ossa rotte.

Viceversa, nel momento in cui si profila uno scenario chiaro (positivo o negativo), possiamo comprendere verso quali rotte le borse e i mercati finanziari in generale, potranno navigare. Ecco perché, nel momento in cui la recessione diventa conclamata, si inizia già a guardare oltre. Come comportarsi quindi?

Nel ciclo economico, dopo la recessione, viene la depressione, alla quale segue la ripresa ed un periodo quindi di nuovo benessere economico. Ecco perché, nel momento in cui si è in recessione conclamata, si può ragionevolmente iniziare ad investire in una ottica di medio e lungo periodo soprattutto in quei settori che, per dare frutti, necessitano di tassi bassi per poter finanziare i propri piani di sviluppo.

Occorre comunque sempre considerare che, qualsiasi decisione in materia di investimento, deve essere inserita in un contesto di corretta pianificazione finanziaria.

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