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Accordo europeo sul gas, ecco come funziona il nuovo “tetto”

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Risultati e limiti della nuova intesa sul price cap. I meccanismi dei 180 e dei 35 euro. Il segnale politico, i rischi che rimangono, ecco cosa cambia (e cosa no)

Accordo europeo sul gas, ecco come funziona il nuovo “tetto”

Ieri il Consiglio Europeo è riuscito a raggiungere un faticosissimo accordo politico su un tetto al prezzo del gas nel mercato europeo.

Sono serviti mesi di trattative e di scontro, più o meno velato, per cercare di attivare una nuova misura comune per far fronte all’emergenza dei rincari dell’energia.

Alla fine la stragrande maggioranza dei Paesi ha votato a favore. Solo l’Ungheria ha votato contro, solo l’Austria e l’Olanda si sono astenute, anche la Germania alla fine ha votato a favore (ma rischiava di rimanere comunque in minoranza e ha ottenuto delle concessioni).

Ecco in pratica i dettagli del nuovo meccanismo di correzione automatica dei prezzi del gas.

Quando scatterà il tetto

Se

  1. 1.

    Il prezzo del mese successivo del TTF supera per 3 giorni lavorativi la soglia dei 180 €/MWh

  2. 2.

    Il prezzo del mese successivo del TTF supera per 3 giorni lavorativi di oltre 35 € il prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto nei mercati internazionali (GNL o LNG nell'acronimo inglese)

Allora l’Agenzia per la cooperazione dei regolatori energetici ACER, che sorveglierà costantemente i prezzi, interverrà con una “market correction notice”, ossia avviserà il mercato che è scattato il meccanismo di correzione automatica che vincolerà le offerte sul gas entro i parametri stabiliti.

Si tratterà di un limite dinamico alle offerte (dynamic bidding limit), che oltre i parametri saranno cancellate.

Quali prezzi saranno controllati? Per tenere sotto controllo il prezzo del mese successivo saranno costantemente monitorati i future a un mese, a 3 mesi e a un anno.

Saranno invece esclusi dal meccanismo del tetto gli strumenti negoziati over the counter (OTC), gli scambi per il giorno dopo e quelli infragiornalieri.

Tetto al prezzo del gas, i tempi e i vincoli

Il nuovo tetto automatico scatterà dal prossimo 15 febbraio 2023. Ci sono però dei freni d’emergenza nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto.

La Commissione Europea potrà bloccare la correzione automatica, ossia disattivare il meccanismo, nel caso in cui si registrino gravi carenze nell’approvvigionamento di gas dell’Europa, quindi se la domanda non fosse soddisfatta o si creassero problemi di stabilità finanziaria o di flussi di gas intraeuropei.

Il rischio di una crisi degli approvvigionamenti è stato infatti uno degli argomenti più battuti dagli oppositori alla misura. Il nuovo tetto al prezzo del gas è inteso come una misura temporanea della durata di un anno soltanto.

Tetto al prezzo del gas: come si è arrivati a questo, cosa sarebbe successo se ci fosse stato

Bloomberg ha calcolato che il tetto automatico ai prezzi del gas sarebbero scattato almeno 40 volte, ossia per 40 giorni tra agosto e settembre di quest’anno, se fosse stato già previsto dall’Europa. D’altronde è stata proprio l’emergenza a dettare questa nuova misura comune.

Nei decenni scorsi il prezzo del gas aveva oscillato tra i 5 e i 35 euro a MWh: a metà dell’agosto scorso hanno superato del 1000% le medie storiche, con una punta di 350 euro/MWh che ha fatto temere per la tenuta energetica del Vecchio Continente.

Rincari esorbitanti delle materie prime energetiche si sono visti con lo scoppio della guerra in Ucraina ed è senz’altro vero che la Russia ha usato il suo potere di fornitura di gas all’Europa come un’arma geopolitica, ma senza dubbio ci sono altri fattori concomitanti, compresa una speculazione mai vista che ha creato forti e ingiustificabili asimmetrie fra i prezzi del gas in Europa e nel resto del mondo.

L’impatto per l’economia Ue è stato durissimo. L’inflazione a novembre nell’Eurozona è stata del 10,1%, al netto di energia e alimentare non processato, al 6,6%, su livelli storicamente elevati, ma lontana dalla doppia cifra dei prezzi che incorporano l’energia.

Non a caso la BCE ha avviato una serie di rialzi dei tassi e ne promette di ulteriori, anche con il rischio di intaccare la ripresa e l’occupazione.

Tetto al prezzo del gas, il costo del compromesso

Il nuovo faticoso accordo promette una importante risposta comune che sarà per forza di cose limitata, ma invia un segnale forte ai mercati.

Sicuramente l’abbassamento del tetto dai 275 euro a MWh (per due settimane!) inizialmente proposti dalla Commissione Europea è una vittoria per l’Italia e gli altri alleati europei. Da subito avevano denunciato l’inefficacia di quel parametro così alto.

Ma non mancano le insidie per il futuro, a partire dai possibili interventi della Commissione UE per disattivare il meccanismo all’occorrenza.

Draghi all’inizio della crisi aveva ipotizzato un tetto a 80 euro al MWh (che sarebbe comunque molto di più della media storica).

Il nuovo meccanismo scatterà inoltre soltanto da febbraio, quindi i cittadini europei sconteranno ancora forti rincari e saranno ancora una volta difesi soprattutto dalle misure fiscali nazionali e non da un’alleanza europea.

Per fortuna da alcune settimane i prezzi del TTF scendono e in queste ore perdono un altro 3,5% a 104,71 euro. L’impatto delle bollette per famiglie e imprese sarà comunque devastante e già pesa sulla domanda.

D’altronde l’energia non è nelle competenze attuali condivise a livello europeo e l’ultimo accordo è stato sicuramente incoraggiato anche dalla necessità delle istituzioni europee di mostrare un approccio concreto dopo il terribile danno d’immagine registrato con il Qatargate. Fra l’altro proprio il Qatar è il maggiore venditore di gas naturale liquefatto del mondo (è anche il secondo azionista del Terminal GNL Adriatico Srl) e bisognerà per forza farci degli affari.

Le diffidenze tra i partner europei sul delicatissimo tema dell’energia rimangono sopite, ma non domate.

Il percorso verso la transizione energetica rimane pieno di pericoli e l’Unione Europea ha appena avviato un disaccoppiamento (decoupling) dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas, mentre riprogetta in maniera massiccia il mercato energetico comune.

C’è ancora molto, moltissimo da fare a livello continentale e nazionale per garantire gli approvvigionamenti, anche tramite il GNL, senza incorrere nell’errore di creare nuove eccessive dipendenze.

Sicuramente il tetto al prezzo del gas è un segnale importante, ma l’emergenza richiede tante altre misure.