MFE, la battaglia per Prosieben si fa di trincea

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Parte il ricco rilancio di PPF, che smorza le pressioni della casa di Mediaset sul gruppo tedesco. Le offerte dureranno fino al 13 agosto, ma prima MFE potrebbe rilanciare

MFE, la battaglia per Prosieben si fa di trincea

Una volta la conquista di un editore televisivo come Prosieben sarebbe stata un caso nazionale non da poco, ma oggi la televisione rischia quella strutturale caduta che già in passato ha travolto la stampa e la radio e infatti il web, che ha destrutturato l’intero sistema di comunicazione (regalando alle grandi piattaforme Usa i soldi veri della pubblicità), rientra non di poco nel ragionamento industriale sul rilancio del colosso tedesco.

Da Statista  e dal grafico dei valori azionari di Prosieben capiamo subito che è una battaglia per la sopravvivenza, più che una lotta per la vittoria. La classifica 2024 dell’audience televisivo in  Germania vede al primo posto ZDF (15,2%), poi ARD (13%) ed RTL (8,1%), ma poi spunta il gruppo Prosieben con un bel 4,5% di Sat.1 che ha superato il 4,3% di Vox e infine un altro 2,8% dello stesso Prosieben. I posizionamenti tra il quarto e il sesto posto del gruppo che piace tanto alla MediaForEurope di casa Berlusconi (MFE) non cambiano se dalla total audience si passa alla fetta più compressa del pubblico tra 14 e 49 anni.

Il canale tv tedesco che ha potenzialmente un grande valore strategico, visto che la Germania è reduce da un grande cambiamento politico e sta per varare piani di investimento pluriennali da centinaia di miliardi di euro nei settori chiave delle infrastrutture e della difesa, ma in pratica tutti sembrano guarda da un’altra parte.

Pro7: l’offerta minima di casa Berlusconi sulla tv tedesca

C’era stato un colpo di scena piccolo piccolo quando MFE-MediaForEurope, che ha sede in Olanda e controlla oltre che Mediaset in Italia anche Telecinco in Spagna (tra le altre cose), aveva lanciato un’offerta pubblica di acquisto sulla partecipata tedesca ProsiebenSat.1 (Pro7) al prezzo minimo legale: in pratica 4,48 euro in contanti e 0,4 azioni MFE per ogni titolo della società tedesca, una cosa minima, più un segnale di scossa sul fronte della razionalizzazione delle attività di Pro7 che una vera e propria campagna di conquista. Si partiva da un capitale di Pro7 in MFE aveva sforato la soglia del 30% toccando il 30,14% del capitale contro il 12,95% in mano ai cechi di PPF.

 Parliamo di una società che ha perso due terzi del suo valore di borsa negli ultimi tre anni passando da oltre 16 euro per azione ad appena 5 euro: un disastro. Mfe si era insomma stancata di perdere soldi e aveva cominciato a premere per un consolidamento del business da effettuare razionalizzando il portafoglio del gruppo differenziato non soltanto tra diversi canali di vario tipo, anche tra attività profondamente diverse come appunto possono essere i canali televisivi generalisti o i siti web per incontri e appuntamenti.

Pr7, la controfferta di PPF che allunga le manovre di MFE ad agosto

Ma la partita si era subito complicata pochi giorni dopo, quando il secondo azionista di Pro7, ossia proprio PPF aveva a sorpresa lanciato un’offerta parziale per raggiungere fino al 29,99% del capitale del gruppo tedesco (ossia la soglia dell’opa) mettendo sul piatto molti, ma molti più soldi: 7 euro ad azione contro i 5,74 euro delle valutazioni di MFE, ossia una valutazione totale di Prosieben di 1,63 miliardi tutti in contanti contro gli 1,33 miliardi misti di carta e contanti offerti dal gruppo italiano.

Al mercato non è parso vero e in effetti nelle ultime sedute i titoli di Pro7 si sono spinti generalmente poco sopra i 7 euro dando l’impressione che gli investitori sperassero in un rilancio, anche se poi la stessa PPF ha dichiarato non tanto di volere conquistare Pro7 (cosa che neanche MFE ha mai voluto visto che la sua proposta non era tesa al delisting), quanto di volere avere voce in capitolo sulla condivisa esigenza di promuovere una razionalizzazione del portafoglio di Pro7.

Proprio ieri è cominciata l’offerta di PPF per il 29,99% massimo di Pro7 a 7 euro. Durerà dal 4 giugno al 13 agosto 2025 e per le normative vigenti sposta automaticamente anche la scadenza dell’opas di MFE dal 6 giugno inizialmente previsto fino al prossimo 13 agosto.

PPF ribadisce che la sua proposta di 7 euro incorpora un premio del 17% sui prezzi di riferimento del 9 maggio scorso e del 21% sui valori della proposta di MFE di quello stesso giorno.

Per invogliare gli azionisti all’adesione Didier Stoessel, CIO di PPF Group parla di opportunità di monetizzazione nell’ambito di un processo di trasformazione della stessa Pro7 che si prevede di lungo periodo (‘un processo che richiede tempo, expertise e risorse finanziarie’), ma intanto il mercato – come detto – sembra per ora chiedere un po’ di più, se possibile.

Prosieben, il rapporto complicato e ambiguo di MFE con il management

Nel frattempo sono successe anche altre cose. Lo scorso 22 maggio il consiglio esecutivo e il consiglio di supervisione di Prosieben hanno bocciato l’offerta di MFE dichiarandola inadeguata dal punto di vista finanziario, sulla base anche di consulenze di Morgan Stanley e di Goldman Sachs. Il Board ha calcolato che la valutazione di MediaForEurope all’annuncio era di 5,75 euro, appena sopra i 5,74 euro della media ponderata dei tre mesi precedenti l’offerta secondo la Bafin, ossia del prezzo minimo che si può offrire in base alle norme.

Non si è trattato però di una chiusura recisa. Infatti i due consigli del gruppo Pro7 hanno approvato l’intenzione di MFE di supportare l’esecuzione della strategia della società tedesca tesa a rafforzare le collaborazione nel core business dell’intrattenimento. I board tedeschi hanno inoltre evidenziato che l’offerta di MFE non era tesa a una conquista piena o all’acquisizione della maggioranza del gruppo. Anzi, superato il periodo di offerta, MFE potrà continuare ai sensi del regolamento ad acquistare titoli del gruppo Pro7 senza dovere avviare altre offerte.

Il 28 maggio inoltre Maria Kyriacou è stata nominata, come previsto, presidente del consiglio di supervisione di Pro7 al posto di Andreas Wiele che aveva preannunciato l’intenzione di lasciare l’incarico dopo averlo ricoperto per un mandato triennale. Kyriacou aveva subito confermato la chiara strategia di concentrazione di Pro7 sul core business dell’intrattenimento facendo anche riferimento al ruolo centrale di Joyn, la piattaforma di streaming del gruppo. Un segnale forse rivolto anche MFE che starebbe valutando la creazione di una piattaforma di streaming congiunta da contrapporre ai colossi USA come Netflix o Prime.

In una nota disgiunta MFE ha ricordato di avere investito in ProSieben negli ultimi sette anni e di essere attualmente il maggiore azionista. “In occasione dell'assemblea degli azionisti dello scorso anno, MFE ha richiesto la dismissione delle attività non strategiche di ProSieben, in programma da tempo. Sebbene le cessioni siano state in parte attuate, c'è ancora molto da fare per completare la riorganizzazione di ProSieben al fine di ottenere un gruppo commerciale di intrattenimento puro e una riduzione della leva del debito entro un livello più sostenibile […]

Anche se MFE ha mantenuto un dialogo costruttivo e aperto con il management aziendale nel periodo precedente l'assemblea annuale, ha una visione parzialmente diversa di ciò di cui l'azienda ha bisogno nella situazione attuale.

ProSieben non ha preso in considerazione alcune delle indicazioni fornite da MFE in qualità azionista di maggioranza. MFE ha quindi votato di conseguenza”.

Prosieben, MFE convoca un'assemblea straordinaria per il 24 giugno

Adesso secondo indiscrezioni il management del gruppo italiano potrebbe anche ragionare su un aumento dell’offerta lanciata sul gruppo e appena prorogata automaticamente – come visto – fino al 13 agosto. Diverse le indiscrezioni in proposito dettate un po’ dall’attesa di una risposta alla sorprendente contromossa di PPF che sembra più in sintonia con il management di Pro7 di quanto non sia MFE, sia da un elemento fattuale, ossia la convocazione di un’assemblea straordinaria di MFE per il prossimo 24 giugno con all’ordine del giorno un aumento di capitale, di appena 10 milioni di euro in termini nominali, ma di ben 200 milioni di nuovi titoli MFE A fino a un totale di 532 milioni.

I titoli MFE B hanno dieci diritti di voto ciascuno, quindi la diluizione in MFE sarebbe limitata ma ci sarebbero molte più azioni da offrire eventualmente in un rilancio carta contro carta. Lo scenario resta incerto e finora MFE ha esercitato una pressione costante, ma senza strappi. Cauta si potrebbe dire.

Sarà quindi utile prima di fine giugno vedere anche cosa viene fuori all’assemblea del prossimo 18 giugno, quando i soci, tra cui i Berlusconi in netto dominio e con il chiaro intento di creare un polo europeo cui Pro7 resiste, si conteranno con gli altri e decideranno quindi la prossima mossa.