Recordati, raddoppio dei ricavi nel 2030 anche senza Angelini
pubblicato:Il gruppo farmaceutico punta a una crescita organica sostenibile. Ecco i numeri del piano al 2027

Recordati si fa ancora notare a Piazza Affari: il titolo anche oggi guadagna un altro 1,65% e si porta a 51,8 euro.
Il saldo dai massimi di febbraio è ancora di un pesante -16%, ma si era arrivati a un -28% con i minimi del 9 aprile scorso in piena tempesta dei dazi. I massimi storici di febbraio a 60,95 euro sono insomma ancora lontani, ma la rimonta è in corso.
Recordati, il 2025 si apre male per il titolo, ma il 2024 era andato bene
Le azioni del farmaceutico milanese controllato dal fondo di private equity britannico CVC d’altronde hanno registrato tra l’ottobre 2022 e i citati massimi storici di febbraio un rally del 77%, quindi i soci di lungo periodo del gruppo, una grossa fetta dato il business tipicamente difensivo, non hanno di che lamentarsi.
Gli affondi registrati nel mezzo degli scossoni di mercato con epicentro la Casa Bianca hanno però minacciato tutto il movimento del rally di due anni e quattro mesi del 77% e hanno violato in intraday il supporto chiave di area 44,6 euro ritracciando il 61,8%, un livello chiave fra i ritracciamenti di Fibonacci.
Nel frattempo sono cambiate molte cose, è finito l’appeal sui farmaceutici dopo la pandemia, ci sono stati terremoti nelle rete di approvvigionamento, sul caso specifico di Recordati si sono susseguite voci insistenti per una fusione con Angelini o con un altro grande player, ma poi tutto è saltato e CVC è rimasta il socio di riferimento.
Recordati, il nuovo piano dopo un 2024 in crescita
Il 2024 del gruppo ha visto però un balzo dei risultati e con ricavi in crescita del 12,4% a oltre 2,34 miliardi e un utile netto in aumento del 7% a 416,5 milioni di euro. I dati sono stati presentati al mercato lo scorso 13 febbraio e sono stati quindi il carburante principale che ha mandato sui citati massimi storici di quel giorno.
Lo step successivo, già annunciato in quella sede è stato ieri, con la presentazione del nuovo piano industriale 2025-2027 che doveva innanzitutto rispondere alla più pressante richiesta di tutti i mercati in questa fase: la sicurezza.
In realtà la dichiarazione più importante è giunta all’ultima slide, come spesso succede: Recordati punta a raddoppiare i ricavi entro il 2030. Per quella data l’ebitda margin dovrebbe superare il 38%, non troppo distante dal 37% del 2024.
Recordati, business differenziato per geografia e prodotto, primo mercato gli Stati Uniti
Prima di quella data però c’è un lungo percorso, reso ancora più sfidante dal fatto che Recordati ha negli Stati Uniti di Trump il primo mercato con il 17% dei ricavi contro il 14% del mercato italiano. Complessivamente il 34% del giro d’affari di Recordati viene da Stati Uniti ed Europa occidentale, il che in realtà sottende una differenziazione geografica molto importante, compreso un 7% di fatturato tra Russia, Ucraina e CIS.
Recordati è sostanzialmente divisa in due business unit: lo Specialty & Primary Care (SPC) che copre due terzi del fatturato e le Malattie Rare, che ne coprono il rimanente 35,6%.
Per essere più chiari le terapie cardiovascolari e quelle urologiche coprono un 17% ciascuna dei ricavi. Poi vengono le gastrointestinali con il 13%. Il 14% dei ricavi afferisce alle malattie rare endocrinologiche e un altro 11% alla rare metaboliche.
La differenziazione geografica è anche differenziazione di prodotto: nessuno pesa più del 10% dei ricavi. Zanidep e Zanipress, farmaci per la pressione, hanno fatturato 179,3 milioni l’anno scorso, l’Urorec per la prostata ha fatturato 77,9 milioni, il Livazo per il colesterolo ha datturato 52,5 milioni.
Recordati ricavi al raddoppio nel 2030
Recordati si aspetta in quest’anno 2025 ricavi in crescita ulteriore a ben 2,60-2,67 miliardi di euro, in pratica un aumento del giro d’affari del 12,5% su un 2024 già in crescita. L’utile netto rettificato atteso quest’anno a 640-670 milioni di euro nel punto medio implicherebbe una crescita del 15,13%.
L’ebitda 2025 è atteso tra 970 e 1000 milioni di euro.
La divisione SPC (Specialty & Primary Care) dovrebbe comunque mostrare una crescita mid single digit nell’arco del piano (4-6%).
Complessivamente i ricavi malattie rare dovrebbero aumentare del 17-20% di media l’anno tra il 2024 e il 2027.
A fine 2027 Recordati immagina ricavi da 3,0-3,2 mld (CAGR, ossia crescita media annua, +9,8%); un ebitda da 1,140-1,225 mld (+11%) e un utile netto adjusted da 770-820 milioni (+11,8%).
Recordati, una crescita soprattutto organica
Crescita organica e sostenibile sono le parole d’ordine. In Europa, dove Recordati, ha una presenza forte, sono previste tra il 2024 e il 2027 una crescita media annua dei ricavi dell’8% per urologia, del 6,4% per cardiovascolari e del 6% per gastroenterologia. Il portafoglio SPC è cresciuto bene negli ultimi anni, con brand solidi che Recordati vuole sviluppare.
Nel settore delle malattie rare sarà invece un driver di crescita Isturisa, il cui principio attivo “osilodrostat” viene impiegato per il trattamento della sindrome di Cushing endogena negli adulti. Di recente la FDA americana ha approvato la sua applicazione anche nel trattamento dell'ipercortisolemia endogena in pazienti con sindrome di Cushing e Recordati ora ha alzato le stime di vendita di picco (peak year sales) da 500-600 milioni a ben 550-650 milioni di euro.
Trascinerà la forte crescita attesa per tutta la divisione malattie rare il cui mercato è in espansione. Ma farà bene Enjaymo acquisito a fine 2024 da Sanofi (trattamento dell'anemia emolitica in pazienti adulti con malattia da agglutinine fredde CAD).
Recordati, precisazioni importanti a margine del piano
Chiaramente il management di Recordati non ha potuto evitare alcune domande importanti.
Angelini? Tutto finito, non ci sono discussioni né della società, né di CVC, ma il ceo Robert Koremans ambisce comunque a un raddoppio del fatturato nel 2030.
Dazi USA? Se ci saranno (Trump non li ha ancora decisi ed è un tema delicato), secondo il management l’impatto sarà molto limitato su Recordati, che comunque non pianifica un insediamento produttivo negli Stati Uniti.