Snam, i tempi per l'acquisizione tedesca rischiano di slittare
pubblicato:C'è anche chi mette in discussione l'accordo sul 25% di OGE, ma i timori cinesi di Berlino appaiono del tutto infondati. Ecco perché

La maxi-acquisizione tedesca di Snam da 920 milioni di euro potrebbe slittare, lo riporta il Sole 24 Ore di sabato, riportando valutazioni di mercato. Il rischio di un rinvio, se non di un addio, è nel calendario della proposta che indicava il closing per l’acquisto di un quarto di Open Grid Europe entro la fine di settembre, ossia del terzo trimestre del 2025.
Non ci sono ancora segnali a 15 giorni dalla scadenza, quindi il rischio di un rinvio è nell’aria e c’è anche chi ipotizza che l’operazione possa saltare del tutto nell’ambito di una revisione che rifocalizzi il piano di Snam sugli investimenti italiani.
Snam, i timori estivi del governo tedesco sulla Cina (e perché sono inconsistenti)
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, per vari motivi. Non è sfuggito infatti agli operatori un articolo di Handelsblatt dello scorso 14 luglio secondo il quale il Ministro federale dell’Economia e dell’Energia Robert Habeck (Verdi) e la ministra per gli Affari economici e l’Energia Katherina Reiche (CDU) avrebbero avviato una profonda revisione del deal per valutare il presunto pericolo di un accesso cinese dalla rete del gas tedesca. Il ragionamento un po’ macchino sulla presunta sicurezza strategica del deal per la Germania passerebbe dall’osservazione che l’entità statale cinese State Grid Corporation of China è nell’azionariato di CDP Reti che è l’azionista di riferimento di Snam con il 31,352% del capitale. In altre parole il gestore italiano della rete nazionale del gas, che da sempre fa indirettamente riferimento al Ministro dell’Economia, sarebbe ‘troppo cinese’, un’ipotesi insomma un po’ peregrina che però va chiarita nei numeri.
E’ vero che il nuovo consiglio di amministrazione di Snam guidato dal presidente Alessandro Zehenter e da Angelo Scornajenchi ha confermato board il consigliere non indipendente Qinjing Shen, che è il rappresentante di State Grid in Italia e siede anche nei board di Italgas e Terna, ma il peso di State Grid nella governance di CDP Reti e di Snam va ponderato.
CDP Reti è infatti partecipata da State Grid tramite State Grid Limited- SGEL al 35% contro il 59,1% di Cassa Depositi e Prestiti Spa che ha quindi il controllo di diritto della holding delle reti. A sua volta CDP è per l’82,77% del Ministero dell’Economia Italiana, che non a caso ha espresso il top management all’ultima assemblea di Snam.
Snam, l'operazione su OGE in linea con le intese sul Corridoio Meridionale
È quindi confermato dai numeri che i timori tedeschi appaiono infondati. Anzi l’operazione su OGE di Snam dovrebbe andare perfettamente incontro all’alleanza sul gas tra Roma e Berlino che da ultimo è stata ribadita a gennaio dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin nel tavolo sul Corridoio Meridionale e l’idrogeno a cui ha partecipato anche il l Segretario di Stato del Ministero federale tedesco per gli affari economici e l’azione climatica, Philipp Nimmermann. Fra l’altro, come evidenziato in occasione dell’intesa, proprio la forte attenzione per il tema dell’idrogeno rappresentava una delle ragioni strategiche più forti dell’accordo tra SNAM e OGE.
I fatti ancora – nelle legittime valutazioni delle autorità competenti tedesche ed europee – indicano poi il rafforzamento europeo di OGE con l’investimento di Snam, infatti l’operazione italiana prevede l’acquisizione del 25% controllato attualmente dalla ADIA-Infinity Investments di Abu Dhabi nella holding Vier Gas Holdings che controlla OGE (Open Grid Europe) e si consolida quella prospettiva paneuropea costruita da anni con la belga Fluxys, altro azionista di peso di OGE con il 24,11%, affiancato nella holding lussemburgese Vier Gas anche da British Columbia Investment Management (32,15%) e da Munich Re (18,75%).
Snam, il nuovo management dovrà esprimersi sulle strategie del gruppo
Altro paio di maniche sarebbe ovviamente una considerazione di politica interna. Il nuovo amministratore delegato Angelo Scornajenchi e tutto il management hanno naturalmente tutto il diritto di avviare una revisione strategica sul piano di gennaio di Snam elaborato dal predecessore Stefano Venier, un piano da 12,4 miliardi di euro di investimenti paneuropei (13,4 mld se si considerano gli investimenti pubblici) e multi-molecola con cui l’acquisizione di OGE era molto coerente.
Finora il novo management, in sella da pochi mesi, ha inviato segnali di continuità, ma una revisione strategica è sempre legittima, purché comunicata al mercato nella usuale trasparenza di Snam, tanto più necessaria se si considera la forte partecipazione pubblica nel gruppo.
Snam, le variabili esogene di Berlino
Altro paio di maniche sono naturalmente le variabili esogene: le condizioni del deal come il via libera dell’Antitrust tedesco (difficile da negare dato le quote di minoranza in parola), il mancato esercizio del diritto di prelazione degli altri citati azionisti della holding Vier Gas (che probabilmente si sarebbe palesato prima, visti anche gli storici rapporti di Fluxis con Snam) o ancora l’autorizzazione ai sensi della normativa tedesca sugli investimenti esteri, ossia la Golden Power di Berlino.
Tutte variabili esogene sulle quali le prossime settimane dovranno fare chiarezza e che richiedono ancora una volta a Snam e ai suoi stakeholder la lucidità strategica che non è mai mancata in questi anni.