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Auto elettrica, sempre più problemi per Tesla

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Consegne in calo per le auto di Musk: è la prima volta dal 2020. Ma le azioni ripiegano da mesi e la competizione cinese preme, mentre il mercato attraversa una nuova fase e la transizione verso la mobilità elettrica diventa un rebus

Auto elettrica, sempre più problemi per Tesla

Più ombre che luci sul mercato globale dell’auto elettrica nel primo trimestre del 2024. Se il settore è rappresentato dalla Tesla di Elon Musk, allora la fase di riflessione globale continua.

Ieri, dopo avere pubblicato i dati sulle consegne e la produzione del primo quarto dell'anno, il titolo ha perso sul Nasdaq il 4,9% ed è solo l’ultima debacle dopo un avvio d’anno terribile che ha visto l’azione cedere più del 36% dai massimi dello scorso dicembre.

L’azione della casa texana faceva parte di quei Magnifici Sette che hanno guidato i rialzi di Wall Street l’anno scorso, ma è uscita rapidamente dal gruppo e ora lotta con la concorrenza globale e con gli enigmi della transizione alla mobilità elettrica.

Tesla, cosa è successo

Ieri il gruppo guidato da Musk ha annunciato di aver consegnato 386.810 veicoli nel primo trimestre dell’anno: significa un calo dell’8,5% sul dato di un anno fa, la prima flessione annua dal 2020 a oggi e quindi un segnale d’allarme per la società di Austin e per l’intera industria. Si apre una forbice tra la produzione di 433.371 vetture (pure in calo dalle oltre 440 mila del primo quarto del 2023) e la vendita di meno di 390 mila e potrebbe essere il segnale di una pericolosa debolezza della domanda.

Il grande nemico cinese BYD nello stesso periodo ha venduto 300.114 veicoli elettrici e quindi Tesla si riprende lo scettro di primo venditore di auto elettriche del mondo. Ma, visto l’andamento generale, consola poco.

Tagli dei prezzi e incentivi all’acquisto hanno incoraggiato i volumi di Tesla, ma si è già visto in passato che questo pesa sui margini e il mercato se ne accorge. Oltretutto anche i volumi da 433 mila vetture deludono il mercato, visto che il consensus rilevato da FactSet indicava la possibile consegna di 457 mila veicoli.

La guerra dei prezzi avviata dalla società statunitense anche in Cina ha inoltre spinto molti operatori cinesi fuori dai confini della Repubblica Popolare e la concorrenza è quindi sempre più globale, nonostante i tentativi dell’Europa di governare (se non arginare) le conquiste dell’auto elettrica di Beijing e le manovre di costruzione della filiera di qua e di là dall’Atlantico.
Se Tesla si è ripresa la corona, di certo è una corona pesante.

Come avviene spesso in questo genere di comunicazioni, Tesla è stata stringata sui dati del periodo.

“I cali dei volumi sono in parte dovuti alla prima fase di produzione del nuovo Modello 3 nella fabbrica di Freemont, alle interruzioni per le deviazioni delle spedizioni a causa del conflitto nel Mar Rosso e all’incendio doloso alla Gigafactory di Berlino”.

L’incendio doloso di inizio mese in Germania, rivendicato dal gruppo estremista Vulkangruppe, aveva bloccato per alcuni giorni la produzione, ma gli impianti erano ripartiti il 13 marzo. Anche i rallentamenti a Freemont sono un caso particolare, mentre i problemi di approvvigionamento causati dagli attacchi sul Mar Rosso sono un problema globale.

Tanto che anche l’Anfia, l’Associazione italiana della filiera automotive ha appena pubblicato un rapporto sull’impatto della crisi su tutto il settore. Instabilità geopolitica, ritardi nelle consegne, incrementi dei costi di spedizione proiettano di nuovo delle pesanti ombre sullo scenario dell’inflazione e della politica monetaria delle banche centrali. A fine febbraio 2024 il numero delle navi di passaggio dal Mar Rosso era crollato del 61,9% rispetto alla media dello scorso settembre. Il costo di trasporto dei container tra Asia ed Europa è volato del 173% sul dato di dicembre mentre le navi impiegano almeno 10 giorni in più per doppiare il Capo di Buona Speranza. Così si perdono quasi due terzi delle merci su quella rotta (-63%).

È una minaccia globale che si aggiunge alle guerre e agli altri pericoli per le filiere globali. A partire da quella dell'automotive.

Tesla, la competizione cinese

Ma per Tesla le sfide sono anche altre. Wang Chuan-fu, il numero uno della casa cinese di auto elettriche BYD che ha saputo battere le consegne di Musk alla fine del 2023, continua ad aumentare la pressione.

In questi difficili primi mesi del 2024 ha lanciato la Qin Plus EV con un prezzo di partenza di 15.200 dollari e la nuova Seagull, una mini-elettrica con prezzo inferiore ai 10 mila dollari.

Tesla ha risposto con il taglio dei prezzi e con degli incentivi, scatenando delle reazioni fra tutti i player di settore, occidentali e non.

Ma nel frattempo la giungla si affollata ancora di più e anche Xiaomi ha lanciato la Su7, la sua prima auto elettrica di fascia alta i cui dettagli sono stati svelati ieri, proprio nel giorno in cui Tesla pubblicava un deludente aggiornamento sui volumi di vendita. Il titolo di Xiaomi è volato in Borsa a Hong Kong.

Il mercato comunque conferma segnali di rallentamento su più fronti. Cox Automotive, un importante consulente del settore, si aspetta nel 2024 un rallentamento importante della crescita, che non sarà recessione, ma sarà comunque un ritmo più lento. I tassi elevati, le condizioni di finanziamento più difficili, la minore spesa per i consumi sono una minaccia su diversi mercati, soprattutto nella prima parte dell’anno, anche se gli Stati Uniti continuano a mostrare una forza superiore alle attese.

Il recupero della catena di approvvigionamento rappresenta un’opportunità di normalizzazione che potrebbe anche porre pressioni al ribasso sui prezzi, come visto. Ma ci sono anche enormi incertezze che minacciano questo scenario, soprattutto in Europa.

In definitiva il mercato dell'auto elettrica sembra essere già entrato in una seconda fase, forse di normalizzazione, forse di crisi. L'evoluzione della domanda mostra parecchie contraddizioni e al tempo stesso sul fronte dell'offerta la guerra dei prezzi rischia di essere poco sostenibile soprattutto per il mondo occidentale. Difficile prevedere oggi in che direzione porteranno queste strade, di certo dovrà essere un processo governato.

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