Unicredit, Orcel frena sia su Commerzbank, che su Banco BPM

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Per il manager qualunque deal deve convenire agli azionisti. A questi prezzi, però, Commerzbank è cara (e il governo si mette di traverso), mentre su BPM la probabilità è ormai del 20%

Unicredit, Orcel frena sia su Commerzbank, che su Banco BPM

Che sarebbe stato un giugno di passione per Unicredit era chiaro da tempo, ma forse le criticità sui molteplici fronti del gruppo stanno andando ben oltre le attese.

A un evento organizzato da Goldman Sachs l’amministratore delegato Andrea Orcel ha sostanzialmente frenato un po’ su tutti i dossier.

Unicredit, Commerzbank ora è cara (e il governo tedesco è ostile)

Commerzbank?
“A questi livelli di prezzo non vedremmo valore per i nostri investitori. Siamo molto contenti per il guadagno sulle nostre quote del 30%, ma non vedremmo valore per i nostri azionisti”.

Unicredit negli ultimi mesi ha acquisito nella banca tedesca una quota diretta del 9,49%, di cui più o meno la metà direttamente dal governo in fase di privatizzazione.
Poi il gruppo ha costruito ulteriori posizioni in derivati fino a una partecipazione potenziale del 28% circa.
Proprio oggi il Corriere della Sera calcolava che le partecipazioni dirette avevano già fruttato 73 milioni di euro in dividendi a maggio e stimava che da settembre il gruppo potrebbe escludere dall’imponibile con la participation exemption le eventuali plusvalenze, comprese quelle su equity swap (i derivati in parola).

In definitiva se Unicredit liquidasse l’investimento potrebbe incassare dai due a i tre miliardi di euro.

D’altronde dallo scorso settembre, quando piazza Gae Aulenti ha fatto le prime mosse, il titolo di Commerzbank è cresciuto di oltre il 120%, soltanto da inizio anno ha guadagnato circa l’80% in Borsa.

Le precisazioni di Orcel non giungono però in un giorno qualunque, ma all’indomani della pubblicazione di una dura lettera del cancelliere tedesco Friedrich Merz allo staff di Commerzbank: un approccio non coordinato e ostile come quello di Unicredit è inaccettabile; il governo ritiene Commerzbank una banca di importanza sistemica e ne auspica una posizione forte e indipendente.

Stamane Orcel ricorda che Unicredit fu l’unica banca invitata all’ultima privatizzazione di Commerzbank, perché si confrontava con il governo tedesco da tempo, ma sicuramente le mosse successive molto aggressive hanno irritato Berlino.
Ora il governo tedesco conferma l'avversione al deal e il dossier finisce quanto meno in standby.

Unicredit, anche il dossier del Banco BPM in forte rischio

Le cose non vanno molto meglio sul dossier Banco BPM: oggi Orcel ha dichiarato che allo stato attuale, ossia con le norme del golden power vigenti, l’offerta ha non più del 20% di probabilità di essere portata a termine.

Ancora una volta si chiede al governo un chiarimento di dettaglio sul golden power. Come noto, sono previsti vincoli sui rapporti depositi/impieghi per cinque anni, sulla gestione delle attività italiane di Anima e sull’uscita dalla Russia.

Su quest’ultimo fronte Orcel ha affermato di avere bloccato da tempo l’attività creditizia, ma di avere ancora delle esposizioni residue in contrazione e di dover difendere le attività di pagamento a tutela di imprese di vari Paesi europei che operano con Mosca: uno stop ai pagamenti esporrebbe il gruppo a sanzioni da 20 miliardi che Unicredit non vuole rischiare.

Come noto l’offerta di scambio sul Banco BPM è stata sospesa il 21 maggio dalla Consob per 30 giorni, in pratica il termine finale è slittato al lontano 23 luglio.
In queste ore si attende dal TAR un giudizio sul ricorso della banca di Piazza Meda contro questo provvedimento di sospensione, mentre il prossimo 9 luglio il Tribunale amministrativo si dovrebbe esprimere sul merito dello stesso golden power dopo un ricorso di Unicredit.

Intanto sembra che la stessa Unicredit abbia presentato all’Antitrust europea delle proposte, fra le quali la cessione del 14% circa della rete di Banco BPM, ossia 209 sportelli con impatti in alcune città importanti come Verona, Novara o Modena. L’Authority dovrebbe esprimersi entro il 19 giugno.

Ma come visto anche il dossier del Banco BPM è molto complicato per Unicredit e lo stesso top management afferma che allo stato attuale c’è una grossa probabilità che non vada in porto.