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Utility: cattive notizie da più parti. Che succede?

di Vanessa Mazzeo pubblicato:
3 min

Le utility finiscono sotto la lente del mercato sulla scia dell'ultima decisione dell'Antitrust e della nuova fumata nera dell'UE.

Utility: cattive notizie da più parti. Che succede?

A Piazza Affari le utility continuano a rimanere sotto i riflettori per diversi motivi.

L'attenzione resta alta sui protagonisti quotati sul Ftse Mib, quali A2A, Hera Snam, Terna, Italgas, Enel ed ERG, sulla scia delle ultime indicazioni.

Utility: nessun accordo UE sul tetto al prezzo del gas

I quotidiani hanno riportato ieri che nessuna decisione è stata presa martedì dai ministri dell’Energia dell'Unione Europea sul tema del price cap al gas.

Partendo dalla proposta iniziale di 275 €/MWh si starebbe dibattendo ora su livelli di cap tra i 160 e i 220 €/MWh, nonché sull’applicazione del cap anche sui mercati OTC.

Utility: ecco perchè è importante la decisione sul price cap

Gli analisti di Equita SIM ricordano che la prossima riunione è fissata per il 19 di dicembre e intanto evidenziano che la decisione sul price cap è rilevante soprattutto in vista della prossima stagione invernale.

Per quest'ultima, infatti, la ricostituzione delle scorte durante il 2023 potrebbe essere più problematica del 2022 in caso di maggiore indisponibilità dei flussi gas russi per tutto l’anno.

Il cap eviterebbe quindi gli eccessi ed i picchi di prezzo, riducendo la rischiosità sul ciclo dei pagamenti da parte dei clienti e la gestione della liquidità da parte delle società energetiche.

Tra le società più esposte al segmento retail, la SIM milanese cita Enel, Iren, A2A, Acea ed Hera.

Utility: indagine Antitrust su contratti retail

A catalizzare l'attenzione sulle utility ha contribuito anche la decisione dell'Antitrust che avviato 7 procedimenti e deciso di adottare provvedimenti cautelari nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas sul mercato libero, che rappresentano circa l’80% del mercato e cioè Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie.

Secondo l’Antitrust, le società del settore avrebbero modificato i contratti vantando causa di forza maggiore, mentre il decreto Aiuti bis di agosto non consentiva tale modifica fino ad aprile 2023.

Utility: una cattiva notizie per il settore

Equita SIM parla una novità negativa per il settore, perché dopo i procedimenti aperti nei confronti di Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola non sembra essersi raggiunta una soluzione positiva per il comparto ma, al contrario, l’Antitrust ha allargato i procedimenti praticamente all’intero mercato libero retail.

Riguardo alla decisione dell’Antitrust, Il Sole 24 Ore ha sottolineato che i contratti sottoposti ad indagine sarebbero 7,5 milioni, cioè il 60% dei contratti a mercato libero a prezzo fisso nel settore retail.

Di 25 retailers controllati dall’Antitrust, circa la metà non avrebbe modificato le condizioni economiche dopo il decreto.

L’Antitrust chiede per le società che hanno applicato le modifiche contrattuali di sospenderli e tornare ad applicare i prezzi antecedenti agosto.

Le società hanno 7 giorni per rispondere all’Antitrust, che potrà non confermare i provvedimenti.