Popolare di Sondrio presenta il piano anti-Bper

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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La banca promette un balzo delle cedole e degli utili e fa leva sulla difesa del rapporto con il territorio e sulla sua storia di crescita organica

Popolare di Sondrio presenta il piano anti-Bper

Ai corsi di oggi l’offerta di scambio di Bper sulla Popolare di Sondrio non conviene ancora, implica infatti uno sconto del 3,35% circa. I titoli si sono entrambi apprezzati dall’inizio di febbraio a oggi, ma il quadro è cambiato da subito ribaltando quel premio relativamente modesto del 6,6% dell’offerta iniziale.

Opa di Bper, la reazione della Popolare di Sondrio

La reazione negativa della preda valtellinese è maturata nel tempo, o meglio si è strutturata, nelle settimane. È comune in finanza, per dirne una il management non apprezza la notizia di un possibile sfratto e il personale teme di dover pagare poi i costi dell’operazione in termini di tagli.

Nel caso di quest’altra offerta carta contro carta, però, c’era anche la presenza del socio forte di preda e predatore, il Credit Agricole, e partnership storiche in diversi business già messi a fattor comune.

Il dinamico ad di Bper Gianni Franco Papa ha promesso sinergie ante imposte da 290 milioni di euro, composte di 190 milioni di sinergie di costo e 100 milioni di sinergie di ricavo.

Il cda di BP Sondrio con i presidente Francesco Venosta e l’ad Mario Pedranzini ha subito specificato che l’offerta non era sollecitata o preventivamente concordata, visti gli assetti azionari infatti il sospetto di una proposta amichevole era più che legittimo.

L’11 febbraio la banca ha sottolineato che l’offerta ai valori di Borsa in pochi giorni era scivolata a uno sconto di mercato del 4,4%, ne ha criticato la tempistica in concomitanza con la pubblicazione dei dati valtellinesi per l’esercizio 2024, ha dichiarato:

“Non riflette il percorso di creazione di valore della Banca in ottica stand alone, espressione di una crescita caratterizzata da sostenibilità e risultati costanti nel tempo che mette in evidenza la resilienza del modello di business di BP Sondrio, tutti elementi che verranno comunicati al mercato con il nuovo Piano Industriale 2025-2027”.

Ha aggiunto che la prospettiva di sinergie di costo lorde stimate da BPER fino a € 190 mln (a fronte di costi straordinari di integrazione per Euro 400 milioni ante imposte) destava preoccupazione perché era pari a circa un terzo della sola base dei costi operativi di BP Sondrio “facendo intravedere potenziali ricadute sul personale e sulla struttura organizzativa e commerciale della Banca, cui BP Sondrio ha da sempre riservato particolare attenzione, raggiungendo livelli di efficienza (cost/income) competitivi nel panorama italiano”.

In effetti è difficile dare torto al board sondriotto, perché una delle stranezze di questa opa è che l’offerente è meno efficiente della banca messa nel mirino: nel 2024 il cost/income ratio (peso dei costi operativi sul margine di intermediazione, il principale indicatore dell’efficienza gestionale di una banca) di Bper è del 56,9% e quello della Popolare di Sondrio è del 39,69%, come a dire che forse dovrebbe essere Bper a licenziare e non il contrario.

Popolare di Sondrio, la remunerazione sale con il nuovo piano rigorosamente standalone

Ma il pezzo forte della risposta della Popolare di Sondrio all’offerta di Bper è proprio il nuovo piano industriale pubblicato oggi.

La data è stata fissata il 18 febbraio e l’incarico del nuovo piano è quello importante che accomuna altre banche di Piazza Affari: dimostrare che da sola la banca vale di più.

Lo strumento cardine è quello delle promesse agli azionisti di oggi, a partire ovviamente dal dividendo. Come prevedibile infatti la Popolare di Sondrio ha annunciato un rilevante incremento delle cedole, naturalmente su base standalone, senza l’integrazione cioè con Bper.

Il payout ratio balza dal 63% degli utili del 2024 all’85%, una delle quote più elevate di Piazza Affari, che dovrebbe tradursi in dividendi per 1,5 miliardi di euro ai soci cumulati nei tre anni, contro i 744 milioni del triennio 2022-2024.

Significa in soldoni un dividend yield, ossia un rendimento del dividendo rispetto al prezzo delle azioni, del 10% circa contro il già ricco 5,7% del periodo 2022-2024.

La Popolare di Sondrio oggi e nei prossimi anni

L’altro grande segnale è stato la difesa del legame con il territorio, non troppo implicitamente visto a rischio con l’offerta di Bper. BP Sondrio conta oggi 491 sportelli in Italia, di cui 49 tra Lazio e Campania e nel perimetro ha anche 20 sportelli in Svizzera, uno del Principato di Monaco e 51 desk all’estero. Serve 950 mila clienti, di cui 250 mila imprese.

E’ già insomma una realtà nazionale, peraltro differenziata (spesso al fianco di Bper) nel factoring, nell’assicurativo, nell’asset management, nella cessione dle quinto, nel leasing nei sistemi di pagamento. Il 48% dei clienti è con il gruppo da più di 10 anni, una fidelizzazione molto importante insomma e quasi due terzi dei dipendenti lavora con il gruppo da oltre una decade.

Il gruppo conta un prodotto bancario lordo per filiale di 340 milioni di euro contro i 201 della media calcolata tra vari peers (un gruppo composto da Bper, BBPM, MPS, Credem, Iccrea e CCB) e un prodotto bancario lordo per dipendente di 35 milioni (il 110% in più dei peer).

Fanno parte del pacchetto anche la crescita organica da 3.299 a 3.705 dipendenti e da 365 a 381 filiali tra il 2019 e il 2024 (più dei peer), il costo del rischio medio degli ultimi 10 anni di 91 punti base contro i 102 dei peer, una crescita di margine d’interesse e commissioni media negli ultimi quattro anni superiori al panel di confronto.

Nel 2024 l’utile netto di BPS di 1,27 euro per azione ha battuto del 64% il consensus e il dividendo da 0,80 euro ha sbaragliato il consensus espresso dagli analisti a inizio anno sugli 0,46 euro. Proprio alla cedola si affida gran parte dei messaggio ai soci che dovranno decidere se aderire o meno alla proposta di Bper.

Nel triennio 2025-2027 Pop Sondrio punta ad aumentare del 40% l’utile (nonostante il calo dei tassi) e a raddoppiare la remunerazione dei soci. Fa parte del pacchetto anche la valorizzazione del business “acquiring” di Nexi da 100 milioni di euro.

Popolare di Sondrio, la guidance 2025

Per l’occasione è basilare ovviamente la guidance, ossia la stima della banca, su quest’anno, sul 2025. Su questo fronte però lo scenario è di sostanziale tenuta o lieve crescita delle metriche, risultato già sfidante nel contesto di tassi d’interesse in calo che penalizzano tutte le banche commerciali (compresa Bper).

Anche nell’arco del resto del piano i valori sono visti sostanzialmente stabili, ma grazie a una ricalibrazione del business sul nnuovo scenario.

Il margine d’interesse è visto in calo dell’1,9% in media ogni anno fino al 2027, le commissioni invece dovrebbero crescere del 5,1% l’anno fino a fine piano. Quest’anno si registrerà un balzo importante dell’utile netto da 570 a 650 milioni di euro, dando per scontata la cessione dell’acquiring di Nexi, ma poi ci si stabilizzerà fino ai 580 milioni del 2027, che significa una crescita media annua dello 0,5%

Dovrebbe crescere nel periodo la raccolta indiretta fino a sfiorare i 59,9 milioni dai 54,3 del 2024 (+3,3% l’anno) e mantenersi stabile la diretta, mentre i finanziamenti a clientela cresceranno del 3,3% in media ogni anno.
Il CET 1 ratio stabile quest’anno al 15,4% dovrebbe flettere al 14,4% nel 2027.

Diverse azioni sono previste contro il calo dei tassi, per ridurre la sensibilità del bilancio per esempio con efficientamento del costo della raccolta a vista o la difesa dello spread commerciale sui prestiti rateali o ancora con la gestione dei crediti fiscali che dovrebbero portare a un contributo complessivo di 285 milioni di euro nel triennio.

Prevista anche una crescita doppia cifra della raccolta indiretta anche tramite una rete di consulenti wealth management da 250 a 340 unità nell’arco del piano (+36%) e del bancassurance (+19% di CAGR 2024-2027 fino a € 69 mln di premi danni e protezione e 21 mln di ricavi) che vedrà gli specialisti passare da 15 a 35.

Nel periodo il gruppo intende investire ben 400 milioni di euro nell’infrastruttura tecnologica.