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L'importanza dell'asset allocation nel piano di investimento

di Enrico Danna pubblicato:
4 min

Scegliere la miglior asset allocation per il proprio portafoglio è come cercare il vestito più adatto per l'occasione più importante della propria vita.

L'importanza dell'asset allocation nel piano di investimento

Perché è importante l'asset allocation nell'investimento?
 

Prima di comprendere il perché dell'importanza dell'asset allocation, occorre capirne, con esattezza, il significato.

L'asset allocation non è altro che quell'insieme di procedure atte ad individuare la migliore ripartizione del proprio portafoglio d'investimento attraverso l’utilizzo dei vari strumenti a disposizione.

Quale è il fine di tutto ciò?

Cercare di massimizzare il risultato e, nel contempo, minimizzare il rischio.

In parole povere, l'asset allocation rappresenta la composizione e suddivisione della "torta" degli investimenti di ogni singola persona.

Questa "torta" è normalmente ripartita in quattro macro-spicchi: liquidità, azioni, obbligazioni, investimenti immobiliari. All'interno di ogni spicchio, poi, è opportuno effettuare una ulteriore diversificazione.

In realtà, gli spicchi potrebbero essere di più: per essere puntigliosi, potremmo indicarne un quinto sotto il quale ricomprendere la voce "altre tipologie di investimento (oro, Criptovalute, quadri, monete, vino e così via).  

Come scegliere la corretta asset allocation per il proprio portafoglio

Innanzitutto, come già evidenziato in precedenza, la corretta asset allocation è rappresentata dal giusto mix dei vari strumenti finanziari a disposizione. 

Ovviamente, ogni persona avrà una ripartizione differente rispetto a tutte le altre: esigenze uniche, percezione del rischio individuale, soluzioni personalizzate e personali.

Insomma, trovare due portafogli che siano esattamente uguali rasenta l’impossibilità vera e propria. 

Se esistono differenti tipologie o classi di investimenti, è perché, all’interno di un asset globale, ognuna di esse ha un ruolo specifico e ben definito.

Un ruolo, anche in questo caso unico e non interscambiabile. 

Ad ogni fase della vita del risparmiatore corrisponde una diversa diversificazione del portafoglio in quanto obiettivi, durata e rischio assorbibile, determinano tipologie di scelte differenti a seconda di come si combinano tra di loro. 

Esistono, poi, delle regole abbastanza elementari: per fare un esempio, se necessito di uno strumento nel quale investire somme di denaro per un periodo di tempo breve in quanto destinate ad un utilizzo già programmato, sceglierò un prodotto riferito alla gestione della liquidità e non di sicuro una azione. 

Gli esempi potrebbero essere molti e protrarsi all’infinito. 

Come implementare l'asset allocation nel tuo portafoglio

Prima di mettere in atto la propria strategia, occorre partire dalla definizione del proprio concetto di rischio intendendo, con questa terminologia, il livello di perdita massimo che si è in grado di tollerare.

In parole povere, bisogna valutare la personale propensione al rischio. 

Giova ricordare che il rischio può essere sistemico (rischio di mercato) oppure specifico (rischio del singolo strumento finanziario). 

Come già accennato in precedenza, è importante che il fattore rischio sia collegato all’orizzonte temporale che si ha a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. 

Una volta stabilito ciò, occorre pensare alla strategia migliore da utilizzare, ovvero: una gestione statica o dinamica del proprio portafoglio?

Nel primo caso si punta ad una crescita dei propri investimenti nel medio/lungo periodo attraverso una allocazione delle risorse funzionale all’obiettivo e che non sia influenzata dai trend del momento. 

Nel secondo caso, invece, vi è una gestione più dinamica del proprio portafoglio che comporta un maggior dispendio di energie fisiche e psicologiche. L’intento, infatti, è quello di sfruttare i picchi di mercato e le opportunità offerte dalle varie tipologie di investimento. 

Insomma, parlando in termini propri del mercato azionario, il primo è un atteggiamento tipico del cassettista mentre il secondo è un comportamento classico da trader. 

La scelta delle categorie di attività per la propria asset allocation

Nel momento in cui si sono definite le linee strategiche, occorre scegliere le varie categorie di attività utili ad attuare, nella pratica, ciò che la teoria ha messo in evidenza. 

Possiamo agire in prima persona oppure affidarci a professionisti del settore.  

Fondamentale, in entrambi i casi è la fiducia: in se stessi, o nel professionista.

Il pericolo, nel primo caso, è quello di farsi prendere dall’emotività e perdere quindi lucidità nelle scelte

Nel secondo caso, invece, il rischio è quello di finire in un calderone insieme a tanti altri risparmiatori, con un bel mix di prodotti impacchettato e precostituito senza una reale identità personale. 

Oltre all’allocazione iniziale, è essenziale fare periodiche verifiche sullo stato dei lavori, ovvero sulla bontà delle scelte fatte e sulla sussistenza degli obiettivi un tempo fissati. 

Correre dietro alle mode non è mai proficuo: occorre mantenere un atteggiamento lucido e consapevole. Può essere facile, ad esempio, lasciarsi attrarre dall’idea di un rendimento allettante nell’immediato. 

Somme investite in un prodotto per la gestione della liquidità e destinate ad obiettivi e scadenze di breve durata, possono essere facilmente prelevate per investire su quell’immobile che, in quella determinata zona, sicuramente si apprezzerà. 

Tutto molto bello a livello di pensiero: a livello pratico, invece, può essere un cappio al collo non da poco (un immobile non si smobilizza in due o tre giorni). 

Attenzione perché questo genere di errori capita più di quanto si possa pensare: e, alla fine, possono essere guai seri.