Borsa Italiana, ecco quali sono le migliori azioni per rapporto prezzo/utili

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
10 min

Tra big e mid cap spiccano per un P/E interessante banche e utility, ma non solo Da MPS, D'Amico e NewPrinces sono le prime tre

Borsa Italiana, ecco quali sono le migliori azioni per rapporto prezzo/utili

Il rally straordinario delle borse, nonostante le diverse incertezze, spinge sempre più spesso i mercati a guardare più da vicino i multipli, ossia quei rapporti tra prezzi e indicatori di bilancio, che dovrebbero in astratto indicarci orientativamente “a quanto compriamo un titolo” o perlomeno aiutarci a confrontarlo con le valutazioni del suo settore.

Senza dubbio il price/earnings, il rapporto prezzo/utili, è uno dei multipli di Borsa più importanti. Ci dice quante volte la capitalizzazione di Borsa moltiplica gli utili, ossia quanti anni ci vorranno perché gli utili della società ripaghino l’investimento in azioni. A volte si calcola semplicemente facendo l’inverso dell’eps, dell’utile per azione, in realtà il P/E ratio conosce diverse declinazioni. Per esempio, si considera l’utile totale o l’utile “adjusted”, ossia rettificato per le operazioni straordinarie, l’ultimo dichiarato o quello degli ultimi 4 trimestri (ossia degli ultimi 12 mesi), chiamato TTM (Trailing Twelve Months) o semplicemente trailing. Molto seguito anche il P/E forward, che invece calcola sugli utili attesi a fine esercizio.

Più basso è il P/E, meglio è perché vuol dire che in proporzione ci sono più utili dietro il valore di Borsa del titolo.

Borsa Italiana, le migliori società per rapporto prezzo/utili

Andando al sodo, a Piazza Affari diamo uno sguardo rapido ai primi titoli per P/E, includendo anche le mid cap, le società a media capitalizzazione. La classifica è interessante, per certi versi sorprendente.

Abbiniamo le performance a 1 anno e il dividend yield, il rendimento del dividendo (annuale) sul valore dell’azione. Allarghiamo la lista alle prime 20 perché molti titoli mostrano ‘situazioni particolari’ da ponderare. Ecco la lista. 

Titolo

Market Cap (mln)

% 1 anno

P/E

Div. Yield

1

BANCA MPS

19.578

53,8

5,76

11,17

2

DAMICO INTERNATION

536

-27,24

5,81

11,22

3

NEWPRINCES

997

96,03

5,94

-

4

CREDEM

4.560

31,76

6,81

5,61

5

ANIMA

1.974

13,88

7,5

7,41

6

CALTAGIRONE

1.019

46,21

7,7

3,18

7

ASCOPIAVE

703

5,08

7,81

5

8

BANCA IFIS

1.406

6,23

7,86

9,28

9

BANCO BPM

19.463

111,27

8,09

7,79

10

A2A

6.767

5,42

8,36

4,63

11

BCO DESIO E BRIANZA

1.009

38,05

8,47

6,08

12

BPER BANCA

18.500

91,54

8,67

6,37

13

RCS MEDIAGROUP

550

37,24

8,71

6,64

14

AZIMUT HOLDING

4.409

36,32

9,08

5,69

15

POP SONDRIO

6.005

93,64

9,21

6,04

16

BUZZI

9069

29,84

9,41

1,49

17

TENARIS

16.152

8,28

9,55

4,93

18

MONDADORI EDITORE

556

-13,24

9,88

6,57

19

IVECO GRP

4.947

100,75

10,03

1,81

20

FERRETTI

910

1,51

10,4

3,72

MPS

A sorpresa in cima alla classifica spunta MPS, reduce dalla contrastata, ma alla fine nettamente vincente, offerta su Mediobanca, la banca d’investimento milanese che nei listini valeva di più ed è stata conquistata con l’emissione di una notevole quantità di titoli della banca senese.
Attualmente con un P/E del 5,76x, ossia con un valore totale delle azioni quotate pari a 5,76 volte gli utili del gruppo, MPS sembra trattare a sconto e mostra anche un rendimento interessantissimo all’11,76% del valore dell’azione, che ha raggiunto comunque i 7,70 euro circa dopo una sostanziale crescita del 53,8% nell’ultimo anno.

D’Amico International Shipping

Società dei tanker che trasportano petrolio, D’Amico capitalizza 536 milioni di euro contro i 19,57 miliardi di MPS, quindi è tutto un altro campionato, anche per il business energy del gruppo. Il P/E è di appena 5,81x, ma l’azione ha perso più di un quarto del proprio valore nell’ultimo anno (-27,2%). Incuriositi leggiamo sul grafico segnali di reazione importanti, ma leggiamo anche che nella prima metà dell’anno i ricavi netti totali sono calati da 213 a 132 milioni di dollari e l’utile è passato da 122 a 38,5 milioni. Più che interessante, però, la cedola all’11,2% circa dei 4,318 euro a cui scambia il titolo.

NewPrinces

NewPrinces è un colosso in forte crescita internazionale, tramite acquisizioni di altri gruppi, che ha fatto molto parlare di sé negli ultimi anni e quota ormai circa un miliardo di euro. Il rapporto tra questo valore e gli utili del gruppo mostra appunto un P/E di 5,94x decisamente interessante, nonostante il titolo sia reduce da una corsa del 96% in un anno.

Credem

Il Credito Emiliano, per tutti Credem, è una banca relativamente minore di Piazza Affari che però ha un fortissimo trackrecord di risultati negli anni. Il gruppo capitalizza 4,56 miliardi, ossia 6,81 volte gli utili (P/E). La crescita del titolo nell’ultimo anno è stata importante, ma inferiore a quella di altre azioni bancarie italiane: +31% Il dividendo è su un interessante 5,61% del valore dell’azione (dividend yield).

Anima Holding

Bel gestore del risparmio, tra i maggiori d’Italia, il gruppo è finito nell’orbita del Banco BPM, che con un’offerta ne ha conquistato quasi il 90%, lasciando quindi il gruppo a Piazza Affari con un flottante ridotto. Il P/E interessante da 7,5x e il dividendo del 7,41% è quindi da prendere con le pinze per questa società da 1,97 miliardi di capitalizzazione.

Caltagirone

Caltagirone è la holding del finanziere Francesco Gaetano Caltagirone e controlla quote importanti di colossi come Cementir, Caltagirone Editore (Il Mattino, Il Messaggero e altre testate), Vianini Lavori (costruzioni), Domus Italia.  Il miliardo di capitalizzazione vale 7,7 volte gli utili, la cedola è del 3,18%, ma il titolo è cresciuto del 46% nell’ultimo anno. Aveva un patrimonio netto da 3,4 miliardi a fine giugno 2025.

Ascopiave

Ascopiave è una multiutility, in pratica distribuisce gas naturale in 454 comuni del Nord Italia, con una rete di oltre 20 mila chilometri, ma si occupa anche di idroelettrico ed eolico. Vale in Borsa oltre 700 milioni, ossia 7,81 volte gli utili (P/E) e paga una cedola pari al 5% del valore del titolo. Poco mossa nell’ultimo anno (+5%).

Banca Ifis

Banca Ifis è reduce in questi giorni dalla conquista di illimity che ha consolidato il suo ruolo di protagonista della specialty finance, oltre la gestione dei deteriorati e del business del factoring. Prezzi interessanti con 1,4 miliardi di quotazione, pari a 7,86 volte gli utili con un dividendo tradizionalmente ricco e pari al 9,28% del valore dell’azione, uno dei dividend yield più elevati in assoluto a Milano, nonostante il rialzo del 6,23% nell’ultimo anno.

Banco BPM

Banco Bpm è un’altra protagonista del risiko bancario italiano, come MPS e Banca Ifis. Come loro rimane interessante dal punto di vista del rapporto prezzo/utili che è solo a 8,09x nonostante la capitalizzazione del gruppo superi i 19,4 miliardi di euro dopo una corsa del 111% nell’ultimo anno, che quindi ha più che raddoppiato il valore del titolo. Ricco anche il dividend yield del 7,79%

A2A

Altra multiutility di Piazza Affari e società del Ftse MIB, A2A capitalizza 6,76 miliardi, ossia 8,36 volte gli utili. Nell’ultimo anno il titolo ha segnato un rialzo del 5,42% Il dividendo paga il 4,63% del valore dell’azione.

Banco Desio

Capitalizzazione oltre il miliardo di euro per questa banca brianzola con dimensione nazionale. Il rally del 38% del titolo nell’ultimo anno non ha gonfiato troppo il rapporto prezzo/utili ancora pari a 8,47 volte. Il dividendo vale il 6% circa.

Bper Banca

Bper Banca è una delle banche più importanti di Piazza Affari, partecipata da Unipol, ha di recente conquistato la Banca Popolare di Sondrio con un’offerta pubblica di acquisto e scambio. La capitalizzazione di 18,5 miliardi vale 8,67 volte gli utili e il dividendo ha un rendimento del 6,37%, ma l’azione è reduce da un rally del 91% in un anno.

RCS Mediagroup

Editore di primo piano italiano (dal Corriere della Sera a La7), RCS è reduce da anni di risanamento importanti. Oggi vale 550 milioni di euro a Piazza Affari, ossia 8,71 volte gli utili (P/E), con un dividendo del 6,64%

Azimut Holding

Il più grande gestore indipendente italiano e internazionale (fondi comuni, consuleanza etc.), Azimut è alle prese con la fondazione della nuova banca The Next Bank, un progetto portato avanti con la FSI di Maurizio Tamagnini e che assorbirà una fetta della rete del gruppo. Azimut capitalizza oltre 4,4 miliardi di euro con un rapporto prezzo/utili del 9,08x e un dividend yiled del 5,69% nonostante il rialzo del titolo del 36% nell’ultimo anno.

Popolare di Sondrio

La banca valtellinese è stata di recente conquistata da Bper che ha ormai più dell’80% del capitale del gruppo.

Buzzi

Colosso del cemento piemontese e internazionale, Buzzi vale più di 9 miliardi a Piazza Affari, ma solo 9,41 volte gli utili. Limitato l’appeal del dividendo (1,49%), il titolo ha buyback importanti nella proposta di valore e ha registrato una crescita del 29,8% nell’ultimo anno.

Tenaris

Storica società della famiglia Rocca, il gruppo è un colosso delle forniture di tubi all’industria petrolifera con importanti attività nelle Americhe. La capitalizzazione di Tenaris è di 16,15 miliardi, ossia 9,55 volte gli utili e ha un dividendo del 4,93%. Ammonta all’8,28% la performance dell’ultimo anno dell’azione.

Mondadori

Altro editore, il maggiore editore di libri italiano. La società vale 556 milioni di euro e 9,88 volte gli utili (P/E), con un dividendo interessante del 6,57% Il titolo è però reduce da un calo del 13,24% nell’ultimo anno. Nel primo semestre del 2025, a fronte di ricavi stabili a poco meno di 390 milioni, l’utile è calato da 7,1 a 3,5 milioni di euro.

Iveco

Dopo la recente cessione del ramo difesa, lo storico gruppo italiano dei camion ha comunicato un accordo con il gigante indiano Tata Motors che lancerà un’offerta di acquisto sulla società con lo scopo di delistarla.

Ferretti

Protagonista degli yacht, Ferretti vale ormai a Milano oltre 910 milioni di euro e tratta quindi a 10,4 volte gli utili. Dividendo interessante del 3,72%, l’azione ha segnato nell’ultimo anno un rialzo dell’1,51%