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Obbligazioni a sconto: cosa sono e quando diventano convenienti

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

In una fase come quella attuale, caratterizzata dall’aumento dei tassi di interesse finalizzato alla lotta e al contenimento dell’inflazione, il mercato obbligazionario è particolarmente complesso da decifrare e domare. Tra le possibilità, in prospettiva, ci sono anche i cosiddetti titoli a sconto. Cerchiamo di comprenderne il significato. 

Obbligazioni a sconto: cosa sono e quando diventano convenienti

Obbligazioni a sconto: cosa sono 

Per prima cosa, è essenziale comprendere il significato della terminologia utilizzata. Dunque, che cosa sono le obbligazioni a sconto? 

Si tratta di quei titoli obbligazionari il cui prezzo di emissione risulta al di sotto della pari, ovvero del valore nominale (convenzionalmente indicato sempre in 100). O, per ampliare la casistica, di quelle obbligazioni che quotano al di sotto della pari in determinati frangenti del loro ciclo vitale.

Fanno parte di questa categoria sicuramente tutte le obbligazioni zero coupon, il cui rendimento è dato dalla differenza tra prezzo di rimborso e prezzo di emissione. 

Questi titoli offrono quindi una remunerazione anticipata in quanto all’atto dell’acquisto si sborsa una cifra inferiore a quella che verrà rimborsata a scadenza.

Se ad esempio il prezzo di emissione è pari a 90, significa che oggi ho un esborso di 90 per trovarmi accreditati a scadenza i famosi 100. La differenza, ovvero 10, rappresenta il mio rendimento ottenuto in via anticipata. 

Non sono però solamente i titoli zero coupon a rientrare in questa definizione.

Per comprendere meglio il concetto, occorre però fare riferimento a quelli che sono i valori che può assumere un titolo obbligazionario nel corso della sua vita. 

Obbligazioni: i differenti valori 

Nel corso della propria vita, un titolo obbligazionario può assumere diversi valori. Cerchiamo di fare un pochino di chiarezza. 

Quando si parla del valore nominale di un titolo, ci si riferisce al cosiddetto valore facciale che, per convenzione, si stabilisce essere 100. 

Con valore di emissione si intende invece il prezzo al quale un titolo obbligazionario viene emesso/collocato.  

Può essere alla pari, ovvero identico al valore nominale, sotto la pari o sopra la pari. Dato il valore nominale 100, un titolo può essere emesso a 100, a 98, a 102 (per fare degli esempi). 

Il valore di rimborso indica il prezzo al quale verrà rimborsato il titolo a scadenza. Di norma, il valore di rimborso e il valore nominale coincidono. 

Durante la vita, il titolo maturerà poi un proprio prezzo di mercato, frutto delle negoziazioni, dell’andamento dell’emittente, delle oscillazioni dei tassi di interesse e via dicendo. 

Obbligazioni a sconto: quando sono convenienti 

Quando diventa conveniente acquistare una obbligazione a sconto? 

Innanzitutto, occorre evidenziare come, un titolo obbligazionario fornito di cedole periodiche, possa essere emesso sotto la pari per una questione di appetibilità.

Nel caso, però, questo extra profitto, viene considerato alla stregua di qualunque altro guadagno di capitale (e quindi tassato). 

Quali titoli possono essere a sconto? Le obbligazioni emesse nell’immediata fase precedente l’aumento dei tassi di interesse, ovvero, per esempio, nel biennio 2020/2021. 

Queste obbligazioni, infatti, pagano tassi di interesse calibrati su quel periodo e quindi, attualmente, decisamente più bassi rispetto alle ultime emissioni. 

Ergo, la convenienza di simili titoli può esserci nel momento in cui si preveda una inversione di tendenza sul mercato dei tassi di interesse che conduca gli stessi ad una nuova fase di ridimensionamento. 

Un altro caso, ad esempio, che riguarda soprattutto il mercato corporate, può verificarsi nei casi di turbolenze dovute alle problematiche di qualche società nel rimborsare i prestiti emessi.

In momenti simili, di norma, il mercato tende a penalizzare in maniera più o meno indistinta la quasi totalità delle obbligazioni (reagendo di pancia), salvo poi tornare a fare selezione e dare il giusto peso alle singole realtà. 

Ecco, le fasi di turbolenza, possono eventualmente essere momenti buoni per sfruttare l’oscillazione dei prezzi.

Bisogna però saperci fare, avere una particolare esperienza e, soprattutto, una notevole quantità di pelo sullo stomaco.